Esistono foto che valgono più di tante analisi. I fascisti sono tornati al potere. E nessuno sembra essersi accorto di nulla.
Celebrazione del 2 Giugno. Si prenda la foto di copertina. Per il secondo anno il presidente Mattarella è praticamente circondato, diremmo assediato. Nella foto è ritratto sorridente (che ci sarà mai da sorridere, ci scusi, Signor Presidente…) con Giorgia Meloni, che non ha mai nascosto, soprattutto da giovane, la sua ammirazione per il duce, Ignazio La Russa che ha in casa un busto di Mussolini, Lorenzo Fontana già simpatizzante della greca Alba Dorata.
Dettagli? Forse. Ma che indicano un pericoloso cambiamento di scenario politico.
Invitiamo i lettori a scovare un’altra fotografia, diciamo ufficiale, con il Presidente della Repubblica, ad essere clementi, “in compagnia” di tre politici che nulla hanno dimenticato, nulla hanno imparato. Non parliamo di gente passata lì per caso. Ma di un Presidente del Consiglio (Meloni), un Presidente del Senato (La Russa), un Presidente della Camera (Fontana).
Come è potuto accadere?
In primo luogo, lo smarrimento della memoria storica. Dal 1945 sono trascorse tre generazioni. Mentre i fascisti dopo Mussolini hanno conservato la propria, e si sono ritrovati, per così dire, "pronti all' uso", l’Italia ha smarrito la sua. Sicché oggi sono di nuovo al potere, riproponendo più o meno le stesse idee reazionarie: plebiscitarismo, nazionalismo, misoneismo.
In secondo luogo, è mancata la formazione, a livello diffuso, di una cultura liberale, amica del parlamento, aperta ai commerci e al mondo, innovatrice e tollerante verso chiunque la pensi in modo diverso. Di conseguenza è stato facile per i fascisti dopo Mussolini, riproporre idee vecchie di un secolo, contro il parlamento, contro il capitalismo, contro le libertà politiche, civili ed economiche.
In terzo luogo, la sinistra, che avrebbe dovuto favorire la diffusione di una cultura liberale, ha invece sempre spinto sull’acceleratore dell’antiliberalismo, del protezionismo e di un welfarismo che non è stato altro che la prosecuzione di quello fascista con altri mezzi, quelli del sindacato e di una burocrazia socialistoide.
In quarto luogo, su un paese, già politicamente sconvolto dalla bufera giudiziaria a senso unico di Tangentopoli, si sono abbattuti i cicloni populisti, prima di Berlusconi, poi di Cinque Stelle. Senza dimenticare, il populismo antifascista della sinistra, che pur enfatizzando un giusto pericolo, ha sottovalutato gli effetti tossici di ricaduta di un giustizialismo politico sociale, che in pratica replicava le stesse critiche reazionarie dell’estrema destra, cambiando solo colorazione politica.
Perciò non poteva non finire così. Con una paradossale celebrazione della Repubblica che vede il Presidente della Repubblica accerchiato dai nemici della Repubblica. Coloro, come anticipato, che dal 1945, nulla hanno imparato, nulla hanno dimenticato. E come dicevamo, sono “pronti all’uso”. Ripetiamo, che ci sarà mai da sorridere Signor Presidente…
Insomma, per la seconda volta, un 2 Giugno brutto, non solo perché piovoso… Tutto questo militarismo destrorso, che ieri la sfilata trasudava, appare ridicolo. Perché in realtà, quando si tratta di usare le armi, in chiave liberale, ad esempio per aiutare la libera Ucraina aggredita dai russi, si pongono subito questioni di lana caprina, pur di non dispiacere a Mosca.
È la stessa destra, fascista e vigliacca, forte con i deboli,
debole con i forti, sempre pronta a gettarsi ieri nelle braccia di
Hitler, oggi in quelle di Putin. Si tratta dell'altro volto dei nazionalismo, quello servile verso la nazione più forte, "capobranco". Salvo poi tradirla al primo colpo andato a vuoto.
Altro che sfilata militare del 2 giugno… Altro che il teatrino politico su una frase di Mattarella a proposito di “sovranità europea”…
Un Presidente, come detto, sorridente. Sorriso forse di circostanza. Si potrebbe scomodare addirittura l’enigmatica Gioconda.
Sia come sia, il vero problema resta. I fascisti sono tornati.
Carlo Gambescia
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