Qualche anno fa un giornalista chiese a Storace di dire qualcosa di destra. E lo sventurato rispose così: “A frocio!”.
Ora sembra che anche papa Francesco abbia detto qualcosa di destra a proposito dei seminari e dell’accettazione di futuri sacerdoti gay, tipo, “Basta così perché già nei seminari c’è troppa frociaggine”…
Al di là delle battute di Storace ( e pure del papa), riteniamo che dalla chiesa in quanto tale, certi laici si aspettino troppo. La cultura di base, per quanto zuccherosa e solidarista, è rimasta quella novecentesca che nella migliore delle ipotesi vedeva nel “diverso” persona che si “doveva curare”. L’omosessualità come malattia. I famosi “uomini sessuali” rispolverati da Checco Zalone.
La chiesa tuttora ritiene che chi abbia gusti sessuali non conformi, soprattutto se prete, sia destinato “a cadere in tentazione” più di chi li abbia conformi. Questa, sembra essere, la tesi del papa. Ha un fondamento scientifico? Per ora no. Forse razzista.
Pertanto, ripetiamo, c’è tanto Novecento machista, fascista e peronista, in quel che dice Francesco. Sebbene espresso in forme diverse. Ci spieghiamo.
Più di cento anni fa il modernismo cattolico, condannato nel 1907 addirittura con una Enciclica, si proponeva, molto dottamente, di studiare la storia del cristianesimo come quella di qualsiasi altra religione.
Oggi, che invece il livello culturale si è abbassato, modernismo e critica al modernismo si muovono su altri piani. Niente più Encicliche come la “Pascendi” di Pio X. Niente più giornate trascorse in biblioteca. Sicché la critica della Chiesa è meno diretta. Non è più a priori ma a “posteriori” …
A ogni secolo la sua pena.
Carlo Gambescia
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