Il sondaggio di Yahoo!
Tu di che Sardina sei?
Ieri, se ricordiamo bene, sulla Home page di Yahoo! si poneva ai lettori un quesito, crediamo ripreso dal quotidiano "Libero" (*), a dir
poco travolgente nella sua banalità: preferite che le Sardine si trasformino in
partito o restino movimento? Capito che razza di sondaggi? Tu di che Sardina sei?
In
sociologia si sono spesi fiumi di parole sulla dinamica tra movimento e istituzione,
senza mai venirne a capo, e Yahoo! che fa? Con un quesito, come si trattasse di scegliere
tra due tipi di scarpe, risolve la
questione.
Diciamo
pure, allora, che forse non esiste migliore metafora della banalità
della democrazia del quesito di Yahoo! Insomma, bianco
o nero? E che importa della complessità
delle cose…
Una
metafora che potrebbe essere estesa alla società di massa, dove si vuole al
tempo stesso essere uguali e disuguali,
sulla base di scelte facili: una scarpa,
un abito, un moda, eccetera, eccetera.
Tuttavia
non si deve storcere il naso. La modernità, soprattutto nei suoi aspetti
collettivi, si nutre di comportamenti gregari
ed emulativi. Sotto questo aspetto la modernità è il regno della banalità,
ossia del luogo
comune. E, più in generale, dell’assoluta
mancanza di originalità, originalità vera, sul piano dei comportamenti sociali.
Però - ecco il punto centrale - la differenza concettuale, per così dire, tra mondo moderno e pre-moderno è rappresentata dalla consapevolezza dei limiti sociali dell’uomo, soprattutto nell’ambito dei comportamenti collettivi. Non si gerarchizza la stupidità. Ognuno è libero di esprimersi, eccetera, eccetera. Il che va bene. Meno bene quando la si coccola, come nel caso appena ricordato.
Però - ecco il punto centrale - la differenza concettuale, per così dire, tra mondo moderno e pre-moderno è rappresentata dalla consapevolezza dei limiti sociali dell’uomo, soprattutto nell’ambito dei comportamenti collettivi. Non si gerarchizza la stupidità. Ognuno è libero di esprimersi, eccetera, eccetera. Il che va bene. Meno bene quando la si coccola, come nel caso appena ricordato.
Un
intellettuale moderno, veramente moderno,
non può ignorare, a differenza del chierico medievale o del filosofico
stoico, che la società possiede una forza propria e che quanto più i
comportamenti si uniformano, come nella società di massa, tanto più il peso della densità sociale diventa predominante, in
termini di abitudini, costumi, miti. Su questi aspetti, e sul cosiddetto
prepotere delle maggioranze sociali, Tocqueville scrisse pagine definitive.
Certo,
è verissimo che andrebbero incoraggiate
a livello collettivo la diversità e l’originalità,
come del resto il dissenso in politica. Però il punto è che una società, proprio perché di
massa, quindi caratterizzata da una capillare diffusione di gusti e idee simili, tende a uniformare le differenze, a tramutarle nel conformismo
collettivo anche in chiave oppositiva e soprattutto semplificata. Di qui, il
quesito di Yahoo!, che sfiora la stupidità collettiva e falsa la
competizione politica risolvendola a
colpi di slogan, chiari per tutti ma enormemente
riduttivi nei significati.
Indietro,
alle società gerarchiche o castali, salvo
catastrofi politiche sociali, non si può
tornare. Anzi non si deve. Ovviamente, anche nelle società di massa, come insegnano,
Michels, Mosca e Pareto, a comandare è
un’èlite politica, sociale ed economica, che però si regge sui valori della
democrazia, quindi sulla semplificazione del messaggio. Di qui, l’inevitabile banalizzazione. Alla quale però vanno posti dei paletti, senza però ricadere in una visione castale.
In
questo contesto, l’unica ancora di salvezza, può essere rappresentata dalla cultura liberale, che, se condivisa dalle élite, può porre un freno politico-sociale alla banalizzazione
del discorso pubblico. Naturalmente, più
le élite rinnegano la culturale liberale, più rischiano di favorire la
massificazione politica e il rischio totalitario che un processo del genere
sottende.
Ecco
perché un vero intellettuale moderno non può non dirsi liberale e democratico al tempo stesso. Diciamo
liberale per scelta, democratico per convenienza. E ovviamente con juicio.
Carlo Gambescia
(*) "Libero" che a sua volta riprende da "Termometro Politico": https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13541384/sardine-sondaggio-termometro-politico-partito-politico-numeri.html
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