Riflessioni
Populismo e antisemitismo
Certo,
discutere del pericoloso e crescente
ritorno dell’antisemitismo, fatto che
oggi è su quasi tutti i giornali, non è un bel modo per mettere la parola fine al 2019.
Inutile
però girare intorno all’argomento: l’ascesa
del populismo, come del resto è sempre stato nella Russia zarista come negli
Stati Uniti di fine Ottocento, racchiude
in sé una innegabile e forte componente antisemita. A sua volta, l’antisemitismo, come insegna Hannah Arendt, è
una componente del totalitarismo.
Pertanto
c’è di che preoccuparsi. L’antisemita,
in genere un fallito sociale, scorge
nell’ebreo il capro espiatorio: il responsabile ultimo della sua condizione. Va sottolineato, sulla scorta
di un famigerato saggio di Marx, che l’antisemitismo
riassume tristemente in sé, la doppia condanna dell’ebreo in quanto borghese, e
del borghese in quanto ebreo. Di qui, la
non proprio singolare e inaspettata fusione tra antisemitismo di destra e di
sinistra. Parliamo di un processo politico che nel populismo, fenomeno politicamente trasversale, ha perciò un potentissimo
veicolo di incubazione che conduce a ciò che i mass media, sbrigativamente, definiscono il movimento
rosso-bruno. Un magma ideologico che rappresenta, ovviamente in prospettiva, la reincarnazione del totalitarismo fascista e comunista.
Ciò
significa che il populismo andrebbe contrastato in modo inesorabile perché racchiude in sé quei germi velenosi che favoriscono la nascita di regimi politici nemici
della liberal-democrazia.
L’Occidente
euro-americano è cosciente di questo pericolo? Sembra proprio di no.
L’Unione Europea in particolare, oltre ad aver inglobato paesi dell’Est Europa, dalle tradizioni politiche fortemente antisemite, accetta la fittizia distinzione tra antisemitismo e antisionismo, condannando il primo e tacendo sul secondo. Israele nell’immaginario criptotalitario della destra e della sinistra populiste, viene rappresentato come un feroce stato colonialista…
Un’ipotesi surreale, che però sviluppa in forme diverse la sostanza dello stereotipo antisemita dell’ebreo crudele, avido di soldi come di potere. Una vergogna.
L’Unione Europea in particolare, oltre ad aver inglobato paesi dell’Est Europa, dalle tradizioni politiche fortemente antisemite, accetta la fittizia distinzione tra antisemitismo e antisionismo, condannando il primo e tacendo sul secondo. Israele nell’immaginario criptotalitario della destra e della sinistra populiste, viene rappresentato come un feroce stato colonialista…
Un’ipotesi surreale, che però sviluppa in forme diverse la sostanza dello stereotipo antisemita dell’ebreo crudele, avido di soldi come di potere. Una vergogna.
Sono
scempiaggini. Che la ragione può spiegare e dissolvere alla luce delle
argomentazioni. Eppure siamo qui a
discutere di ritorno dell’antisemitismo. Evidentemente c’è un lato oscuro nell’uomo.
E il populismo riesce a coglierlo e rianimarlo.
Carlo Gambescia