Probabilmente la
crisi politica italiana sta toccando il fondo. Si
risalirà? Difficile dire. Il mini-OttoSettembre di
ieri con l'India, attesta che certi riflessi carnivori al
tradimento, insiti negli italiani, sono più vivi che mai. Ma c'è
dell'altro: come provano i titoli di oggi, il
Paese risulta diviso tra berlusconiani e antiberlusconiani,
esattamente come venti anni fa. E nei prossimi venti l' Italia
rischia di dividersi sul binomio
Grillo-Casaleggio. Due leader politici che a differenza
del Cavaliere non hanno - almeno in apparenza -
interessi sistemici da difendere. E quindi nulla da perdere.
Il che per alcuni è un bene per altri un male. Di sicuro gli
italiani sembrano essere molto sensibili al fascino dei
profeti politici.
Infine, quel "'raffa
'raffa" che secondo la
sinistra doveva terminare con la scomparsa di
Craxi, sembra invece inquinare la vita economica più di prima,
come prova il gravissimo
scandalo MPS. Cesserà con la defenestrazione di
Berlusconi? Come sostengono i nemici del Cavaliere?
Lasciamo ora
la parola a Carlo Pompei, come sempre molto bravo nello
scovare sentieri interpretativi poco battuti. Buona
lettura. (C.G.)
Italia, un
videogioco politico
Retrospettiva per un
futuro possibile
di Carlo Pompei
Grillo ha preso
“troppi” voti, adesso tutto è come un videogioco. Cinque stelle ha superato il
“primo quadro” (o punto di non ritorno). Ora che è entrato nel
Colosseo-Parlamento, però, il “gladiatore” dovrà fare i conti con le fiere: hic
sunt leones (anche se definirli leoni è un complimentone, in realtà sono iene
che spolpano la carogna italica).
La crisalide
populista nella sua muta larvale si è trasformata in una ninfa che non ha
ancora corpo, ma che, però, ha due teste, una di grillo e una di ca… saleggio.
Una sorta di mantide che vuole tagliare le teste di tutti i vecchi
parlamentari.
Qualsiasi raffronto,
anche quelli più azzardati, porta a qualcosa di non catalogabile e definibile.
Più avanti proporremo un’ipotesi provocatoria.
Questo per quanto
riguarda l’angolazione “stellare”, ma gli altri?
Il centrodestra è in
altre faccende affaccendato, se Berlusconi ha problemi di vista sono guai: è
colui che guarda più lontano di tutti, nonostante l’anagrafe.
E la sinistra?
Bisogna tornare indietro di 70 anni per comprendere il loro atteggiamento:
nacquero dalla partigianeria che si è sempre vergognata dell’aiuto di quegli
stessi americani che hanno sconfitto il fascismo. Negando l’apporto degli
yankee, hanno dato luogo alla prima “appropriazione indebita” del dopo guerra
(l’Armata Rossa entrò a Berlino, non a Roma).
Poi le lotte
sindacali, spacciate come prerogativa comunista, con il supporto della Triplice
(o trimurti), ma furono più vessilli populisti di parte che vera lotta sociale,
altrimenti non saremmo ridotti così.
Torniamo alla storia
che non troverete nei libri. Nonostante la “vittoria”, Togliatti & co. (che
non volevano rinunciare ai soldi spediti dal Soviet), dovettero far buon viso a
cattivo gioco: il Patto Atlantico parlava chiaro e poco valeva in Italia quanto
deciso a Varsavia qualche anno dopo. Su diktat americano, i comunisti andavano
tenuti sotto stretta osservazione, ma, al tempo stesso, serviva qualcosa per
ricostruire la verginità italica del dopo Badoglio, anche perché gli Usa erano
(e sono) molto interessati a quella che è stata definita la più grande
portaerei del Mediterraneo: la penisola italiana.
L’intuizione di Don
Sturzo prima e la gestione De Gasperi poi fu l’idea che mancava: rinominare i
resti del Partito Popolare in Democrazia Cristiana era proprio quel che serviva
per ricostruire l’imene dell’Italia. Il termine “cristiana” dopo “democrazia”
infatti, è molto più che un aggettivo: è la definizione più indovinata che un
partito politico potesse avere nella nazione che ospita il Vaticano e dove il
clero vota insieme a un gran numero di componenti di realtà provinciali
profondamente religiose.
Lo “scudo crociato”,
insomma, dopo oltre venti anni piaceva ancora e inoltre soddisfaceva tutte le
esigenze delle moderne Crociate.
Per poter funzionare
a lungo, però, servivano i contrafforti. PCI e MSI si prestarono al gioco (non
gratuitamente), a patto, però, di mantenere il loro ruolo da gregari: da una
parte le reazioni alle decisioni di Yalta imponevano di non buttarsi a
sinistra, dall’altra c’era il rischio di apologia codificato nella legge
promulgata da Scelba. Tutto funzionò abbastanza bene per altri venti anni
circa, cioè fin quando il movimento studentesco italiano del ‘68 non scoperchiò
il Vaso di Pandora. Nacquero così gli “opposti estremismi”: la “strategia della
tensione” (progettata a tavolino) causò la morte di decine di ragazzi rossi e neri
che avevano come unica colpa la passione politica che, fatte le dovute
proporzioni situazional-temporali, sembra muovere i “grillini” di oggi. Quei
morti, oramai, pesano sulle spalle di gente che è deceduta (o quasi). Gli
“opposti estremismi” oggi non ci sono più, la piazza è a “5 Stelle”: la
sinistra sta al caldo nel Palazzo da tempo.
Grillo, insomma, sta
tentando di fare qualcosa di simile a quello che fece De Gasperi, ma senza la
componente religiosa: oggi la fede è il malcontento.
Si chiama “5 Stelle”,
ma forse sarebbe più giusto chiamarlo “Nuova DC”, con PD e PDL come
contrafforti.
Inoltre, il
movimento-mostro bicefalo in realtà è acefalo, Grillo già minaccia
pilatescamente di lavarsi le mani di qualsiasi errore futuro possa essere
commesso dai suoi.
Renzi invitato dal
Fazio-fazioso ha incantato la platea disvelando finalmente le proprie ambizioni
da leader indiscusso e, infatti, monta la polemica interna, come era
prevedibile.
Che la “purga
elettorale” – ops – cura lassativa, abbia fatto effetto?
Bersani,
ultimo testimone di un ereditario immobilismo
comunista, non sa tuttora che cosa deve fare, l’unica sua speranza è
attendere l’errore altrui (anche quello di Renzi).
Altrimenti, più
probabilmente, se si muoverà sulla passerella della politica, sbaglierà di
nuovo.
Carlo Pompei
Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena
nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a
disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura,
illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level".
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