mercoledì 13 marzo 2013

Ore 19, 05
Fumata bianca
Habemus Papam
Il nuovo Papa  è Jorge Mario Bergoglio 
Ha assunto il nome  di Francesco I





"Buona notte a tutti".  Queste le parole molto semplici con le quali Francesco I, come un buon parroco,  si è accomiatato dai fedeli.  Del nuovo Papa  chi scrive  sa  poco o nulla. 
Alla compostezza iniziale, forse dovuta all'emozione,  che ci ha  ricordato i silenzi di Paolo VI,  si è sostituita una straripante gestualità latina (le mani mai ferme) , che di sicuro  caratterizzerà  la figura,  soprattutto in senso fisico,  del primo  Papa latino-americano della storia della Chiesa.    
Ci ha colpito - teologicamente -  il riferimento  all'importanza della preghiera, che per il credente è una vera e propria arma spirituale. Ai fedeli , colti  di   sorpresa  dalla  richiesta  del Papa  di   pregare, intercendendo, per lui,   non è rimasto  che  raccogliersi   nel  silenzio  assoluto di una piazza San Pietro, sotto la pioggia,  misticamente assorta   intorno al Papa,  a sua volta,  in preghiera :  una bellissima immagine  che segna  l'inizio di un  pontificato, si spera,  di ricostruzione. 
Carlo Gambescia

    
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La fiction televisiva interpretata da Placido
Trilussa, 
arruolato dagli antifascisti



E così hanno conciato per le feste anche il grande Carlo Alberto Salustri, in arte (poetica) Trilussa… “Hanno”,  perché? Si tratta forse di una misteriosa macchina che tritura ogni cosa in nome dell’ideologia? Cerchiamo di capire.    Il rozzo Berlusconi se la prende con i “comunisti”, Noventa e Del Noce, sottili intellettuali, non si sono mai stancati di criticare il cosiddetto fascismo degli antifascisti…  E tutti insieme, in fondo,  non sono poi così  lontani dalla verità...
Nella fiction televisiva,  ben  interpretata da Placido ( cripto-cadenza foggiana a parte, da pugliese romanizzato), gli sceneggiatori, per i quali evidentemente  Muro e Balcone sono tuttora in piedi,  hanno  promosso  a santino antifascista Trilussa,  geniale border line della poesia… 
Anche ammesso  e  non concesso che una fiction possa "liberalmente ispirarsi", eccetera, eccetera,  perché sfigurare il  poeta romano, che amava definirsi  “non fascista” (  e quindi né fascista né antifascista), imbastendogli intorno  un polpettone ideologico  in salsa  vigilanza democratica e antifascista?   Che sotto l' apparente leggerezza della crosticina ( i romoletti, i sor maestro,  er cicorione,  le luci  del varietà, eccetera),  rivela   una   polpa  stantia?    Di cibo precotto  tirato fuori dal freezer degli   anni Settanta del Novecento?  Che, detto per inciso,  è  lo stesso  intruglio   servito  ogni giorno da  Rai Storia, dove tuttora  Lenin, Stalin  e i terroristi rossi  sono   presentati come  compagni  che   sbagliano a fin di bene.  Vedere  per credere.
Una fiction, dove i fascisti,  come impone il copione antifascista, sono tutti  stupidi o criminali mentre gli antifascisti, con  i comunisti  in  full position,  tutti intelligenti e buoni.  E quel che è  peggio, perché trasformare Trilussa -  certo, contrario a qualsiasi  forma di razzismo -   addirittura  nello Schindler romano? Intento, quest’ultimo, in linea di principio  nobile, ma di nessuna rispondenza biografica e storica. E soprattutto anacronistico, perché le  vergognose  leggi razziali risalgono al 1938. Nella fiction, per dirla in romanesco della Senna, la storia événementielle è buttata in caciara. Ad esempio, si mostra Trilussa apprendere mestamente da Radio Londra, la notizia del bombardamento di Guernica, anno di grazia 1937…
Evidentemente, ignoranza e stupidità ideologica  vanno sempre insieme.  Et voilà,  il fascismo degli antifascisti.  La macchina capace di  triturare  tutto e tutti.  Anche Trilussa.
Carlo Gambescia

***

Consoliamoci  con alcuni versi, attualissimi nei giorni del Conclave, del vero e inimitabile Trilussa. (C.G.)

La cornacchia libberale
Una cornacchia nera come un tizzo,
nata e cresciuta drento ‘na chiesola,
siccome je pijo lo schiribbizzo
de fa’ la libberale e d’uscì sola,
s’infarinò le penne e scappò via
dar finestrino de la sacrestia.
Ammalappena se trovò per aria
coll’ale aperte in faccia a la natura,
sentì quant’era bella e necessaria
la vera libbertà senza tintura:
l’intese così bene che je venne
come un rimorso e se sgrullò le penne.
Naturarmente, doppo la sgrullata,
metà de la farina se n”agnede,
ma la metà rimase appiccicata
come una prova de la malafede.
- Oh! – disse allora – mo’ l’ho fatta bella!
So’ bianca e nera come un purcinella…
- E se resti così farai furore:
- je disse un Merlo – forse te diranno
che sei l’ucello d’un conservatore,
ma nun te crede che te faccia danno:
la mezza tinta adesso va de moda
puro fra l’animali senza coda.
Oggi che la coscenza nazzionale
s’adatta a le finzioni de la vita,
oggi ch’er prete è mezzo libberale
e er libberale è mezzo gesuita,
se resti mezza bianca e mezza nera
vedrai che t’assicuri la cariera.

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