Costa Concordia
L’Italia degli Agrumi
Non
sappiamo ancora perché la
Costa Concordia si sia incagliata al
Giglio. Sappiamo solo che nell’Italia che, ufficialmente, deve stringere la cinghia, in tremila erano in crociera, al prezzo medio di
settecento euro cadauno per otto giorni (http://www.logitravel.it/crociere/costa-crociere-2408679.html
). Per carità, niente di che. E infatti i crocieristi a buon mercato (o
quasi), invece di sentire il profumo
degli agrumi, sono (quasi) andati a
fondo. E ci dispiace.
Tuttavia,
settecento euro al mese è ciò
che guadagna un giovane commesso a tempo indeterminato, magari pure
laureato… Oppure quel che riceve qualche pensionato monoreddito, al limite
della soglia di povertà… O peggio il cassaintegrato, prossimo al licenziamento.
Cosa
dire? Che quella nave, pericolosamente incagliata, è la perfetta metafora dell’Italia di oggi. Dove si liberalizza cominciando dai tassisti e dalle farmacie! Dove i mercati votano, però... Dove il
Presidente della Repubblica fa politica, ma nessuno lo può dire… Dove
ci si diverte, ma nessuno lo deve sapere…
Perché, ufficialmente, gli
italiani non arriva alla fine del mese… E i crocieristi? Sono gli stessi in fila davanti alla mensa Caritas?
Che
malinconia l’ Italia agrodolce, che sotto l’apparenza dimessa, lascia
trasparire rancore e voglia di fare i
propri comodi…
Si
strepita contro la casta…
e poi si va in crociera… Mah! Forse
l’Italia degli agrumi merita veramente di andare fondo. E dopo però?
Carlo Gambescia
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