A proposito dei manifesti milanesi contro la Procura
L'intervento di
Napolitano non convince
Che la situazione politica sia al muro
contro muro è un dato di fatto. E la vicinanza delle amministrative non
contribuirà sicuramente a calmare le acque. Pertanto - lo diciamo subito - non
convince l’intervento del Presidente Napolitano sugli stupidi manifesti di
Milano. “Pronunciamento” che in sé può anche essere motivato. Benché, si debba
ricordare, che il Pci, di cui Napolitano era deputato, verso la Magistratura , fin
quando i terroristi non iniziarono a sparare sulle toghe vicine a Botteghe
Oscure, mantenne una posizione ambigua. In argomento si rileggano i servizi de l’Unità in occasione dell’assassinio
del giudice Francesco Coco, primo magistrato italiano a cadere per mano dei
terroristi delle Brigate Rosse, dove, tra l'altro, si evidenziava la posizione
politicamente conservatrice dei giudice.
Pertanto, sì, un intervento a tutela ma di
fatto sbilanciato, non tanto verso la Magistratura in quanto tale, quanto verso i
giudici di Milano. Perché sbilanciato? Per due ragioni.
Uno, perché ormai è chiaro,
anche a un bimbo di cinque anni, che lo scontro tra la Procura di Milano e il
Cavaliere è tutto politico. Inutile qui cercare di scoprire chi abbia iniziato
per primo: la sfida è politica e concerne la caduta di Berlusconi con il
marchio dell’infamia, la successiva disgregazione e diaspora del centrodestra,
con conseguente ritorno al potere, come alcuni fortemente sperano, del
centrosinistra. Pertanto Napolitano, anche se ufficialmente ha asserito di
voler difendere la magistratura, come istituzione, ufficiosamente, se si vuole
di fatto, intervenendo, ha spezzato una lancia - e che lancia, quella dei
magistrati morti per mano del terrorismo... - in favore di una fazione contro
l’altra.
Due, perché Napolitano non è
intervenuto a proposito dell’aberrante articolo di Asor Rosa? Vera punta di un
iceberg politico che culturalmente è alle origini dell’assassinio del giudice
Coco. E che, a quanto pare, è tuttora vivo e vegeto? Come mai è rimasto zitto?
Parliamo di un Presidente di solito molto attento al rispetto della
Costituzione Repubblicana.
L’atteggiamento di Napolitano perciò non giova al raffreddamento della
situazione politica. E il semplice fatto che la sinistra lo difenda e la destra
lo attacchi, se non è una prova resta almeno indizio di certo suo strabismo
politico a sinistra. Secondo qualcuno, facendo così, Napolitano difenderebbe le
istituzioni dagli artigli di Berlusconi. Può darsi. Ma a che prezzo? Quello di
spaccare ancora di più un Paese già diviso? Siamo veramente perplessi e
preoccupati.
Carlo Gambescia
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