domenica 13 aprile 2025

Migranti e Ucraina. Quando cambia la percezione della realtà

 


Due notizie di agenzia. Significative. Perché aiutano a capire come e quanto sia mutata le percezione della realtà. E nei suoi termini più semplici: di routine, di pratica quotidiana di quella banalità del male, acutamente teorizzata a suo tempo da Hannah Arendt.

Ci spieghiamo: il buon Eichmann (si fa per dire) durante la settimana si occupva della “soluzione finale”, e nel week end giocava con i figli e con i cani. In qualche modo, si considerava in vacanza dalla storia. Ecco la banalità del male. Intorno cadono come mosche mentre la vita continua come sempre. Casa e ufficio, ufficio e casa.

Per capirsi: oggi si danno per scontate soluzioni politiche un tempo, neppure lontano, giudicate ripugnanti e difese solo da un destra abituata da sempre a trattare gli esseri umani come escrescenze esistenziali.

Veniamo alla due notizie.

Ansa, citando il “Washington Post” (ora trumpiano), riporta cinguettando, come la cosa più normale del mondo, che nel primo suo anno alla Casa Bianca “Trump punta a deportare 1 milione di migranti ”. Un progetto, si aggiunge, fin troppo “ambizioso”, perché finora le deportazioni “ hanno raggiunto la cifra di quattrocentomila al massimo” (*).

Adnkronos riporta invece la proposta dell’inviato americano a Mosca, Kellog. Si prevede la spartizione dell’Ucraina, da dividere in zone controllate come nella Berlino del dopoguerra: dal lato Ovest del fiume Dnepr francesi e britannici, dall’altro, a Est, i russi; nel mezzo una zona demilitarizzata (**). Americani invece a casetta loro, per dedicarsi alla caccia al migrante latino come impone Trump.

Insomma migranti e ucraini sono trattati come danni collaterali. Perché? In fondo che c’è di strano? In un modo o nell’altro, si proclama, turbano la pace: il migrante è presuntivamente un criminale, come lo è l’ucraino che si oppone all’invasione russa. Quindi vanno trattati come fastidiosi pidocchi.

Cioè non come esseri umani ma come parassiti di cui liberarsi con un colpo secco: schiacciando il dito indice o medio della mano con il pollice. In romanesco si chiama schicchera.

Invece di interrogarsi sulla grande questione morale ( “Si tratta così un essere umano?”): la vecchia normalità. Che si fa ? La si accantona. Come? Se ne parla il meno possibile. Di conseguenza prende piede, come la cosa più normale del mondo – ecco la nuova normalità – la questione organizzativa (“Liberarsi di costoro, e non importa se si tratta di esseri umani, presto e bene”).

Ora, che i russi ( insaziabili, che tra l’altro giudicano la proposta Kellog insufficiente) abbiano il pelo sullo stomaco è cosa scontata, non lo è invece il fatto che gli Stati Uniti, rinnegando le proprie gloriose origini anticoloniali, prendano a calci – perché di questo si tratta – ucraini e migranti.

La cosa più grave, se ci si perdona la caduta di stile, è la normalità del “calcio in culo”. Che va a sommarsi con la normalità della vita condotta dagli esecutori (cioè coloro che sferrano il calcio).

Le due normalità sociologicamente parlando, sono causa ed effetto al tempo stesso del cambiamento percettivo. Si tratta di un processo circolare, un circolo vizioso: è normale liberarsi dei pidocchi perché sono pidocchi. Nessuno si interroga più sul perché alcuni esseri umani sono definiti pidocchi. Si potrebbe parlare di una tautologia criminogena. Per dirla con il titolo di un vecchio film: siamo in modalità tranquillo week end di paura.

Ansa e Adnkronos non commentano, trincerandosi, se interrogati, dietro la distinzione tra fatti e commenti. Il punto è che anche i commenti sono quasi sempre a favore delle tesi della destra. Il “Washington Post” chiosa in chiave ragionieristica. Perché, secondo la tradizione giornalistica americana, si deve partire dai fatti. E i fatti dicono che i migranti sono pericolosi. C’è un problema pidocchi? Vado in farmacia o dal dottore.

In realtà, se è vero che la stampa (ma il discorso potrebbe essere esteso ai Social) continua ad essere lo specchio dell’anima di una società, per dirla in modo romantico, si può notare che la gente si è abituata a guardare dall’altra parte o a chiamare il dottore. Proprio come ai tempi di Hitler quando gli stessi tedeschi che si erano appropriati dei beni degli ebrei – frutto di malversazioni si proclamava – fingeva di non sapere cosa usciva dai camini di “quei campi laggiù”…

Per integrare più modernamente il concetto: Il migrante? Un terrorista. L’ucraino, a cominciare da Zelensky? Uno scocciatore. Ma si pensa la stessa cosa di israeliani e palestinesi: giudicati a fasi alterne, in base alle reciproche accuse di attaccare briga, come disturbatori della quiete pubblica.

Un milione di migranti da spedire a casa come pacchi postali, dieci o quindici milioni di ucraini da deportare spostando bandierine sulla carta geografica. Proprio come un tempo toccò a sei milioni di ebrei: che però non se la cavarono con la semplice deportazione.

Tragedie. E si guarda dall’altra parte. La gente vuole essere lasciata tranquilla. Si invoca la pace. Sicché, i capi, in cerca di capri espiatori, imprigionano e deportano. Carogne.

Anche l’Italia, in occasione della Pasqua, avrà i suoi undici milioni, ma di vacanzieri…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2025/04/12/wp-trump-punta-a-deportare-1-milione-di-migranti-in-un-anno_c66df1f1-1d4d-429d-bac3-1f555cf710e5.html .

(*) Qui: https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/ucraina-putin-inviato-trump-proposta_3HCryJ3NE5WWT3LYGEFXFE .

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