Non abbiamo le competenze tecniche per fornire un giudizio giuridicamente compiuto sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio (art. 323 del c.p.), da non confondere però con l’altro di omissione di atti ufficio (art. 328, del c.p.).
Semplificando: il primo rimanda a una violazione della legge per un interesse personale in un certo atto da parte di un funzionario pubblico; il secondo rinvia invece al rifiuto di adempiere un atto dovuto per per un serie di ragioni di giustizia o sicurezza pubblica.
Per capirsi: nel primo caso un sindaco fa assumere chi non ha titoli, magari un suo parente, nel secondo un negozio di alimentari, che non ha i requisisti igienici e sanitari, non viene chiuso. Però anche questo secondo caso potrebbe essere in gioco un interesse personale. Diciamo che nell’abuso c’ è una condotta attiva, il sindaco si “dà da fare”, nel secondo passiva, “guarda altrove”.
Speriamo di essere stati chiari. Perché il punto è importante. Infatti l’abuso d’ufficio non è più reato, mentre l’omissione lo è ancora. Già questo dovrebbe far riflettere: i due reati, due configurazioni attive e passive di uno stesso comportamento illecito, dovevano o cadere insieme o non cadere. Ovviamente, per i cervelloni della destra era troppo. Il mal di testa li avrebbe sopraffatti.
Ci si è lanciati in una battaglia a metà, e qui pensiamo ai cervelloni della sinistra. Si pensi al rispetto o violazione di un regolamento edilizio comunale, dove sono in gioco interessi economici fortissimi. Si fa costruire in barba alla regole (abuso), si guarda dall’altra parte mentre si inizia a costruire (omissione). Che cambia?
Il punto è che spesso leggi e regolamenti, fitti di rinvii interni, sono confusi, sicché i margini di speculazione politica, nel denunciare un sindaco, spesso di idee diverse rispetto a quelle di coloro che denunciano, sono discrezionali: “azzeccarbugliati”, se ci si perdona l’espressione. Di qui, prima i titoli sui giornali, poi all’interno, infine le archiviazioni, che non sono poche, di cui i giornali neppure parlano. Un gran lavoro per i giudici, per i giornalisti, che però sfocia, quasi sempre nel nulla. O quasi.
Il lettore vuole un nostro parere personale? Da un punto di vista sociologico esistono troppe leggi e troppi regolamenti. Su questo si dovrebbe lavorare e intervenire: poche leggi, pochi regolamenti, ma chiari. Il margine di discrezionalità, quando non addirittura previsto dalla stessa legge o regolamento, favorisce abusi e omissioni. Reati, che a nostro avviso hanno una loro ragion d’essere ma in un quadro normativo stringato.
La destra, cioè il ministro Nordio e il governo Meloni, sembra non capire che il male è nell’eccesso di produzione normativa. Una cosa che si chiama anche statalismo legislativo. Mentre la sinistra, va a rimorchio della destra, trascurando anch’essa questo aspetto fondamentale.
E così nulla cambierà. I furbi potranno continuare a fare i furbi. I paurosi, di apporre la propria firma sotto una misura, i paurosi. E i cittadini, soprattutto la parte più economicamente attiva, a subire. In realtà se abuso c’è, riguarda la pazienza del cittadino. Sì, abuso di pazienza.
Carlo Gambescia
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