Capita spesso di leggere elogi, velati o meno, della dittatura, dell’ uomo forte al comando, dei militari come rimedio contro i politicanti, corrotti e chiacchieroni.
Putin, classica figura di dittatore moderno ha non pochi ammiratori in Europa, soprattutto tra i geopolitici rosso-bruni, per usare un termine giornalistico.
La dittatura moderna ha valorizzato l’elemento cesaristico. Nel senso del ricorrere come giustificazione a un mandato democratico, però addomesticato. In qualche misura sarebbe forse più corretto parlare di tirannia: di governo di un solo uomo che viola o elude le leggi esistenti per il bene del popolo, come ipocritamente spesso si sente dire.
Di Putin, ad esempio, si ammira il decisionismo, l’uso della forza militare, l’ordine che regnerebbe in Russia, frutto di un consenso, spontaneo (si dice) e non ottenuto con la forza o con l’inganno.
In quest’ultimo aspetto risiede del vero. In realtà, e non parliamo solo della Russia, ma del rapporto tra potere e consenso in generale, una parte, probabilmente maggioritaria, della gente comune, non chiede altro che ordine e legge, vuole condurre una vita “normale” e non si preoccupa di altro, fin quando non è coinvolta direttamente.
Il fascismo, con i suoi treni in orario, la “mutua”, il dopolavoro, eccetera, non fu sgradito agli italiani. Ma il problema concerne anche le democrazie liberali.
Il concetto da non perdere vista è il seguente: un regime politico (dittatoriale o meno), fin quando non stravolge la vita quotidiana della gente comune non solo è sopportato, ma addirittura sostenuto. Stravolge, in che senso? Ad esempio entrando in guerra, dall’Italia fascista ai generali argentini, oppure subendola come la Francia della Terza repubblica, sconfitta dagli eserciti del Terzo Reich.
Sussiste però una differenza fondamentale: che la dittatura esclude la competizione elettorale o la riduce a farsa, mentre la democrazia liberale la privilegia. Si può criticare, di quest’ultima, l’uso avvocatesco della retorica, la sperequazione dei mezzi economici, la lentezza e la corruzione delle burocrazie, ma non il principio della concorrenza politica che le dittature conculcano o eludono.
Se dalla gente comune si passa all’analisi delle élites politiche, va ricordato che una parte di queste ultime, stregata dal principio di eguaglianza, pretende di introdurlo a tutti i costi, anche con la dittatura. Di qui il fascino delle dittature marxiste e dei vari populismi di sinistra, anche militarizzati. Del resto come si spiegherebbe il perdurante fascino di Cuba e di un populista marxista armato di mitra come Che Guevara?
Ma il discorso può essere esteso anche alle élites politiche di estrema destra, la stessa destra che tuttora sostiene, senza provare alcuna vergogna, che il fascismo fece cose buone.
Il parlamento, da non pochi di costoro (all’estrema destra come all’estrema sinistra), è giudicato una farsa, il liberalismo una truffa dei ricchi contro i poveri, lo stato di diritto una palla al piede.
Insomma la situazione sembra essere la seguente: la maggioranza della gente, come del resto attesta il non voto, sembra non avere alcuna vocazione politica o propensione verso la dittatura o la democrazia. Basta che le cose funzionino, anche al minimo, ma che funzionino.
Su questo atteggiamento abulico, che rinvia a una socializzazione liberale mancata (o comunque problematica perché impone il costante impegno nei “socializzatori” e nei “socializzandi”), le élites politiche, nemiche della liberal-democrazia, possono tranquillamente edificare le proprie fortune elettorali. Come sta accadendo.
Esiste una soluzione? L’acquiescenza al potere, rinvia a meccanismi inerziali. L’acquiescenza può essere rivolta al bene o al male. La liberal-democrazia è superiore alla dittatura. Ma la cosa non sembra interessare più a nessuno.
Carlo Gambescia
Niente di nuovo sul fronte occidentale. Anzi. Saluti
RispondiElimina:-) In effetti, la questione rinvia al rapporto tra vita quotidiana e regime politico. Fin quando la normalità quotidiana scorre, le questioni di libertà, per la stragrande maggioranza delle persone, sono secondarie, non toccano...
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