mercoledì 10 luglio 2024

La Nato, il nemico e le forze centrifughe

 


Una regola fondamentale in politica internazionale è che è sempre alleato più forte a indicare il nemico. Qual è l’alleato più forte della Nato? Gli Stati Uniti. E quali sono i nemici della Nato? Secondo gli Stati Uniti Russia e Cina. Che sono, in primis, i nemici degli Stati Uniti.

Il resto della Nato non è grado di indicare nessun nemico, in particolare gli stati appartenenti all’Unione Europea, deboli militarmente e politicamente. Sappiamo già che qualcuno penserà che un’Europa unita, anche militarmente, potrebbe controbilanciare il potere degli Stati Uniti e contare di più nella Nato. E quindi indicare il nemico. Si tratta di un’arma a doppio taglio. Perché, se in un’Europa più forte, ma comunque sempre più debole delle grandi potenze ricordate, comandassero i partiti nemici degli Stati Uniti (Russia e Cina), il nemico all’ Europa lo indicherebbero russi e cinesi.

Il problema è che per diventare una grande potenza militare, oltre alle risorse, occorrono le vittorie sul campo, e l’Europa, da sola, al momento non ha né le une  né le altre. Si fatica persino a inviare munizioni e altro in Ucraina. Figurarsi una Grande Armée

Pertanto, la Nato rappresenta l’unica risposta possibile, sempre che si voglia restare all’interno dello schieramento occidentale. Fortunatamente il nemico indicato dagli Stati Uniti è anche il nemico dell’Europa. Russia e Cina sono agli antipodi del lato europeo dell’Occidente per valori e interessi. Diciamo che gli stati europei membri della Nato, non dovrebbero sentire come una imposizione la scelta americana del nemico russo-cinese. Si può parlare, almeno dalla fine del secondo conflitto mondiale, di una naturale alleanza tra Europa e Stati Uniti.

Non dovrebbero… Il condizionale è d’obbligo, perché in Europa sussiste, sia a destra che a sinistra, una forte corrente politica e culturale contraria agli Stati Uniti e al sistema di valori e interessi che unisce le due sponde dell’Atlantico. Sono gli eredi politici dei fascisti e dei comunisti, che oggi sbavano al cospetto dei russi, come cani randagi affamati. O che, come Giorgia Meloni, aspettano il “momento trumpiano” per prendere il largo dagli Stati Uniti. Si potrebbe perciò parlare di nemico interno, alleato o possibile alleato dei nemici esterni.

Una vittoria di Trump potrebbe condurre alla dissoluzione della Nato. Si lascino per ora da parte i meccanismi mentali e politici che portano il magnate americano a prendere questa decisione. Diciamo il colore psico-politico, che piace tanto a mass media e social. Ci si concentri invece sulla sua volontà di sfasciare tutto. Cosa potrebbe accadere ? L ’Europa finirebbe in balia dei suoi nemici interni ed esterni. La Russia farebbe un solo boccone dell’Ucraina e poi toccherebbe all’Europa indifesa a occidente dell’Impero russo. Così come la Cina farebbe subito un solo boccone di Taiwan. Probabilmente si concretizzerebbe il rischio di una guerra generale in Oriente come in Occidente.

Per capirsi, come nella seconda guerra mondiale, Stati Uniti ed Europa, una volta risvegliatisi dallo stato narcotico isolazionista-pacifista, saranno “costretti” a battersi, partendo però da una grave condizione di svantaggio e di debolezza. E magari con i russi già padroni dell’ Europa occidentale.

Sotto questo aspetto – della ferma indicazione del nemico – le prossime elezioni americane avranno un’importanza fondamentale. Una vittoria di Trump potrebbe causare una specie di effetto domino sulla Nato. Biden, anche solo come presenza nominale, può impedire questo processo centrifugo. Quanto meno rallentarlo. In attesa, per così dire, di un giovane e brillante sostituto democratico (su possibili candidati repubblicani alternativi, per ora, inutile sperare). Si tratta di stringere i denti e resistere.

Insomma, per dirla in chiave metapolitica, l’indicazione del nemico, rimanda a un processo centripeto, che si oppone a un processo centrifugo. E la Nato è un elemento centripeto. Ma per sussistere ha necessità dell’indicazione di un nemico. Se viene meno questa indicazione viene meno anche la Nato. E con la Nato l’Occidente. Non per sempre, ma sarà comunque la guerra a decidere.

Sotto questo aspetto, e a proposito dell’invasione russa dell’Ucraina, i predicatori di pace, tra i quali molti svergognati ferrivecchi di destra e sinistra, conducono alla guerra generale, perché il pacifismo indebolisce le difese, innanzitutto morali, dell’Occidente, accrescendo l’appetito del nemico. Mentre chi si schiera dalla parte della vittoria ucraina, e quindi della guerra, allontana il pericolo della guerra generale, perché il polso fermo induce i russi a più miti consigli. Con effetto di ricaduta sulle manovre cinesi.

E se poi guerra comunque sarà, sarà la Nato, a farsi carico del conflitto, e non un’Europa debole e divisa.

Carlo Gambescia

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