Sul nuovo governo socialista in Spagna
Sánchez contro Sánchez
A
chi conosca la lingua spagnola consigliamo la lettura di un ottimo articolo dell’
amico Jorge Sánchez de Castro (nella foto a destra), liberale archico come chi scrive, penna agile e
mente ancora più svelta (*).
Di
qui, secondo Jorge Sánchez, il liberale (semplifichiamo), l’illegittimità del governo da poche ore in carica, perché bugiardo
come Pinocchio.
Sotto questo aspetto Jorge Sánchez prendendo spunto dallo storico referendum consultivo - che per incisola Costituzione spagnola oggi consentirebbe - promosso
da Charles de Gaulle nel 1969 sulla riforma del Senato e sul decentramento, ne
propone uno anche per la Spagna. Dal momento che il
novantacinque per cento degli spagnoli - così si sostiene - se consultato direbbe
no a un Governo Pinocchio.
Sotto questo aspetto Jorge Sánchez prendendo spunto dallo storico referendum consultivo - che per inciso
Ora,
il problema autentico è rappresentato
dal ruolo che si vuole attribuire alla democrazia rappresentativa. Sotto questo profilo, la richiesta di
referendum formulata da Jorge Sánchez, il liberale, va in direzione contraria: vola verso la democrazia
diretta. Certo è vero che nelle costituzioni liberal-democratiche, il referendum, consultivo o meno, può
integrare, eventualmente bilanciare, la democrazia parlamentare. Però quest’ultima,
prevede, proprio perché esclude il giacobino mandato imperativo, che i parlamentari possano cambiare idea, in qualche misura “mentire” agli elettori.
Diciamo
che Jorge Sánchez, il liberale, pone una questione politica, di democrazia sostanziale:
la menzogna è costituzionale o no? Dipende.
E da che cosa? Dal suo scopo. In questo
caso sono in gioco, dal un lato la governabilità formale (far comunque nascere
un governo) dall’altro l’unità sostanziale della Spagna (difesa dalla
Costituzione). Pedro Sánchéz, il
socialista, facendo marcia indietro, ritiene che sia più importante la
governabilità, Jorge Sánchez, il liberale, punta sull’unità. Insomma, Sánchez (il liberale) contro Sánchez (il socialista).
In
effetti, governare una nazione che rischia di andare in
pezzi, per giunta con due voti di scarto, e mentire per questo, è politicamente
sbagliato: come le bugie di Pinocchio anche quelle di Pedro Sánchez, il
socialista, hanno le gambe corte.
Per contro, cercare di tenere un paese unito, come auspica Jorge Sánchez, il liberale, per governarlo meglio, può essere politicamente giusto.
Per contro, cercare di tenere un paese unito, come auspica Jorge Sánchez, il liberale, per governarlo meglio, può essere politicamente giusto.
Con
“politicamente”, chi scrive intende, il
governare senza eccessivi contrasti. Perché
i contrasti, non in sede di discussione ovviamente, ma di decisione, sono pericolosi. E un governo
di coalizione, come quello di Pedro Sánchez, il socialista Sánchez, il primo dal ritorno della democrazia in
Spagna, non sembra assolutamente in grado, di durare.
Concludendo, un referendum, sulle menzogne di Pedro Sánchez - perché in sostanza di questo si tratta - introdurrebbe sul piano sociologico una
dimensione idealistico-emozionale che non fa bene alla democrazia parlamentare, fondata sul confronto razionale, spesso dei soli interessi.
In
definitiva, Jorge Sánchez, il liberale archico, sociologicamente parlando, cede ai
valori, trascurando gli interessi che dal punto di vista politico, per l'appunto archico, non vanno mai trascurati.
Charles de Gaulle perse quel referendum e poi si dimise, uscendo definitivamente dalla scena politica. I popoli sono imprevedibili. Meglio la liberale democrazia parlamentare. Pedro Sánchez, il socialista, cadrà da solo.
Charles de Gaulle perse quel referendum e poi si dimise, uscendo definitivamente dalla scena politica. I popoli sono imprevedibili. Meglio la liberale democrazia parlamentare. Pedro Sánchez, il socialista, cadrà da solo.
Carlo Gambescia