venerdì 31 gennaio 2020

Coronavirus, mass media e politica
Da Homo Sapiens a Homo Sapiens


Il mondo è globale però gli uomini sono locali…  A questo pensavamo  osservando il diverso comportamento della politica e dei mass  media sulla vicenda del  Coronavirus….  
Globale e locale in che senso?  Globale, intanto, per il fatto che esistono organizzazioni internazionali come l’Onu e   l’Oms, in particolare, che rispondono, a una logica politica, quindi di tipo prudenziale. Applicano, il principio di precauzione, che discende da quello di responsabilità. Siamo davanti a medici-politici. Per capirsi, il ragionamento  istituzionale è questo: “C’è un’epidemia in atto,  non è grave, ma nell’incertezza di prevederne le conseguenze,  agiamo come se  ci si trovasse dinanzi  a un   fenomeno dalle potenziali conseguenze catastrofiche, senza però darlo troppo a vedere”.  Ovviamente, nel caso dell’Oms,  ogni paese poi risponderà, sempre politicamente, pur ufficialmente uniformandosi,  in chiave locale, secondo le proprie tradizioni culturali e organizzative.  Comunque sia - ecco il punto   -   esiste una logica prudenziale ( “del come se”)  che è quella delle istituzioni politiche. 
E i mass media, come istituzioni,  invece a che tipo di logica rispondono?  Alla logica del successo,  che non è sicuramente di tipo prudenziale. I  media trattato la  “notizia-epidemia”  come qualsiasi altra notizia, in base a un serie di indici socio-economici, da quelli di ascolto a quelli pubblicitari, indici che però dettano l’agenda mediatica, fino a scalarne la vetta. Quel che in pratica sta avvenendo con la “notizia-epidemia”, ormai al centro, sul piano mondiale, di ogni notiziario e programma.  
Se l’atteggiamento prudenziale si regge sul “come se”, quello del successo, si fonda sul “come è”, quale corollario della legge di Thomas (se gli uomini giudicano  una situazione reale le sue conseguenze saranno reali).  Per capirsi, il ragionamento è il seguente: “C’è un’epidemia in atto, è sicuramente grave, e per questo motivo  i politici  la nascondono, noi dobbiamo sbugiardarli”.   

Naturalmente, come nel caso dell’istituzione Oms, ogni paese, sotto l’aspetto mediatico, risponderà localmente, secondo le proprie tradizioni culturali e organizzative. Ad esempio, dove i mass media, sono controllati dallo stato, la logica prudenziale, ovviamente corretta localmente, prevarrà su quella del successo. E viceversa, dove il controllo è privato, come nelle società aperte. Naturalmente su questo impasto mondiale di logica prudenziale e del successo, pesano le tradizioni nazionali, che rinviano al tasso di sfiducia o meno, dei cittadini  nei riguardi delle istituzioni, politiche e mediatiche, oggi piuttosto basso a causa delle propaganda populista,   molto attiva nelle società aperte,   
Pertanto, come si può facilmente capire, il mix tra logica prudenziale e logica del successo, con relative correzioni nazionali,  si basa su una contraddizione di fondo, dalle conseguenze imprevedibili.  Ogni atto prudenziale, in qualche misura virtuale,  delle istituzioni politiche (dall'Oms ai governi nazionali)  è inevitabilmente  interpretato dalle istituzioni mediatiche (transnazionali  e nazionali) come un atto reale. Il che però  provoca la progressiva distorsione della percezione collettiva della realtà. Che a sua volta, in particolare nelle società aperte come la nostra,  va a incidere sulle decisioni delle istituzioni politiche, che senza neppure rendersene conto, cominciano a ragionare in termini di logica del successo, massmediatica, quindi non più prudenziale o politica.  Con conseguenze che possono essere disastrose per la libertà dei  cittadini e per gli  scambi  economici e culturali.  Soprattutto quando la distorsione della percezione degli eventi rischia di  assurgere a livelli patologici.

Esistono rimedi?  No. Se non quello estremo del  ferreo controllo delle istituzioni politiche sulle istituzioni mediatiche. Impossibile da attuarsi nella società aperta. E neppure auspicabile. 
Dicevamo all’inizio che il mondo è globale e l’uomo locale. In realtà,  l’uomo più che globale o locale  è antico, antichissimo.  
Nel senso che le sue reazioni basiche sono le stesse da quando è apparso l’Homo Sapiens. Al capire  l' uomo  preferisce il credere (non tutti gli uomini ovviamente, altrimenti il progresso scientifico e sociale  non avrebbe spiegazione, progresso che tuttavia da che mondo è mondo è sempre stato  opera di persone geniali  o comunque di minoranze creative). Diciamo che sul piano dei comportamenti  sociali, del  comportamento medio o collettivo,   se ci passa l’espressione,  l’uomo è un "credulone".  Il che ha fatto la fortuna per migliaia di anni dei politici, “non prudenziali” come oggi  dei mass media.  
Si pensi a quel che accade nell’ universo social, dove non c’è praticamente alcun filtro… Come si comporta  il cosiddetto Homo Sapiens?


Carlo Gambescia