La morte di Margaret Thatcher
In tempi di
buonismo, flaccido e irriguardoso verso i buoni veri (papi e santi, ad esempio)
e in cui si propongono manifestazioni contro la povertà che ricordano i
rituali swazi per evocare la pioggia, è morta Margaret
Thatcher: cattiva emerita, secondo la sinistra e, a
dire il vero, statista largamente incompresa, perfino quando
celebrata, dalla destra liberale e non. Anche perché
enfatizzare il suo liberismo (che pure c’era),
tuttora stigmatizzato dalla sinistra e abbracciato infantilmente dalla
destra, non spiega praticamente nulla.
Margaret Thatcher
(come del resto Reagan, cui molti la accostano) fu
soprattutto un’autentica individualista liberale, dal momento che riteneva ogni
singola persona responsabile del proprio destino. "Io posso - diceva,
citiamo a memoria - combattere in tutti i modi la povertà, ma in ultima istanza
sarà sempre il singolo a scegliere tra il bene e il male, tra la responsabilità
e l’irresponsabilità dinanzi agli altri uomini e a Dio”.
Il che rivela la fortissima curvatura religiosa del suo pensiero che
non può non essere apprezzata. E che per certi aspetti invece la
allontana (senza però mai separarla del tutto) dal
liberalismo più pragmatico di Reagan. Pertanto, prima che
liberista, la Lady di Ferro fu liberale a tutto tondo. E, se ci
si passa l'ardito l'accostamento, in senso più rosminiano che
tocquevilliano: della religiosità come questione individuale,
prima che sociologica o associativa.
Alla
sua “antropologia” liberale (e non riduttivamente liberista), vanno
sommate doti non comuni, come il coraggio, il tempismo, l’intelligenza
creativa, l’enorme capacità di giudizio politico e di visione
strategica. Qualità personali cui va aggiunta la convinzione
ideologica assoluta della mancanza di alternative all’economia di mercato:
teatro ideale - a suo avviso - per
un individuo visto come attore protagonista.
Tesi, ben illustrata qui:
Chi desideri
approfondirne l’opera - non solo sotto il profilo economico - può leggere il
bel libro di Cosimo Magazzino, da noi recensito qui:http://carlogambesciametapolitics.blogspot.it/2012/05/il-libro-della-settimana-cosimo.html .
In conclusione,
crediamo sia ancora presto per dare giudizi definitivi. Tuttavia, in
un mondo di nani politici, come quello dell’ultima parte del Ventesimo Secolo (
e inizio Ventunesimo), una figura come la Lady di Ferro
non può non spiccare. Piaccia o meno.
La terra ti sia
lieve Margaret.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento