Ce la farà Enrico
Letta? Difficile dire. A una parte del Pd ripugna
governare con il "nemico assoluto" degli ultimi vent’anni ( un
Berlusconi ora smanioso di “larghe intese”). In perfetto accordo con
l'altra minoranza esterna: quella dei post-comunisti di
Vendola. I quali non perdono occasione per
ribadire, compunti, la continuità politica
tra il Cavaliere e Mussolini. Mentre Cinquestelle, per ragioni di
purezza razziale, rifiuta di “mescolarsi” con Pd e Pdl. Infine,
Lista Civica spera invece nella riedizione soft del
Governo Monti. Gli altri partiti, Lega inclusa, stanno alla finestra, in
attesa non si sa bene di che cosa.
Due i fattori che
giocano nella direzione di un esito negativo del
tentativo Letta: a) la totale mancanza di spirito e volontà di mediazione tra
le diverse forze politiche, dovuta b) alla crescente e pericolosa
drammatizzazione, ormai ventennale, della lotta politica. Come del resto ha
provato la frattura, ideologicamente romanzesca, insensata e manichea sulle
candidature alla Presidenza della Repubblica.
Due i fattori che
invece depongono a favore di una conclusione positiva del
tentativo Letta: a) il grande lavoro di mediazione dietro le quinte
condotto dal Presidente Napolitano, ormai al vertice di un Repubblica,
almeno di fatto, presidenziale; b) l’incalzare della crisi e
della necessità di varare misure di sostegno
alla sempre più fragile economia italiana.
Insomma, regna la
massima incertezza. Enrico Letta, sia detto con grande
rispetto, benché molto preparato non pare
possedere, a differenza di Monti, grande personalità politica
(ovviamente il parallelo è in chiave relativa, non
assoluta...). Cosicché, questa volta, il vero leader, seppure
dietro le quinte, della
possibile coalizione sembra essere Giorgio Napolitano. Se
Letta ce la farà, il nuovo governo sarà un vero e proprio
governo presidenziale. In caso contrario, potrebbero
prepararsi tempi molto duri per la democrazia italiana.
Carlo Gambescia
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