Le riviste della settimana: "Éleménts",
octobre-décembre 2012, n. 145, pp. 96, Euro 5,95; "Krisis"
(Éducation?), n. 38, septembre 2012, pp. 188 Euro 23.
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Come non acquistare e soprattutto leggere l’ultimo
numero di "Éleménts" ( octobre-décembre 2012, n. 145)? Basta la
copertina... Dove spicca una giovanissima e sfolgorante
Brigitte Bardot... La cui fresca e sinuosa bellezza incendiò gli
anni Cinquanta e Sessanta nell'’ Europa desiderosa di dimenticare la
guerra. Oggi della Bardot, invecchiata malissimo, si parla poco e
male. E solo per criticare le sue scelte politiche. L' intrigante immagine
della ex star, sorta di concentrato dell'eterno
femminino, fa da traino a un interessantissimo dossier sul
femminismo (Ceci n’est plus une femme. Les Théorie du genre contre le sexe, pp.
63-93). Come sempre è Alain de Benoist (Robert de Herte) a sciabolare la linea.
E in che modo? Collegando il femminismo, quale volontà delle donne,
non sempre consapevole, di identificarsi nell’ altro da sé
(l'uomo), a una più ampia patologia sociale, già intuita
da Tocqueville. Quale? « “L' omogeneizzazione e il
livellamento delle culture, l’abolizione finale della
diversità”.[Cosicchè], conclude il pensatore francese, il mescolare
tutto e tutti sembra oggi essere la forma terminale dell’ indistinzione».
La conoscenza è virtù? O meglio l’educazione conduce alla
virtù? Questo sembra essere il quesito cui cerca di rispondere l’ultimo
fascicolo di "Krisis" (Éducation? ), n. 38, septembre 2012. A leggere la maggior
parte degli interventi si scopre che l’educazione, così come oggi è concepita,
è essenzialmente istruzione, cioè non riguarda la formazione integrale della
persona ma la sua funzionalità a questa o quella professione o mestiere. Quindi
non è conoscenza né virtù. Insomma, ci troviamo davanti a un’autentica tragedia
culturale. Si vedano in particolare, tra gli altri, gli articoli di Fabrice
Valclériuex (L’èducation: concept, évolution, finalité), Emma Demeester (
L’éducation dans la Grèce
antique), Tanguy L’Aminot (Rousseau et l’éducation subversive), Michel Ostenc (
Giovanni Gentile et l’éducation en Italie pendant le fascisme), Alain Kimmel
(Théoriciens et praticiens de pédagogies alternatives).
Desideriamo infine segnalare la pubblicazione di un libro
fondamentale per ricostruire il pensiero debenoistiano, di cui, si spera,
ci occuperemo in altra occasione: Alain de Benoist, Mémoire vive. Entretien avec François Bousquet,
Editions de Fallois 2012 ( http://www.decitre.fr/livres/memoire-vive-9782877067935.html ).
Carlo Gambescia
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