La guerra di Don Piero
La donna “tentatrice”…
|
Prendiamo spunto dalla “crociata di Don Piero contro le
donne”, già relegata nelle pagine interne dei giornali locali (http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2012/12/25/APfe8wHE-contro_crociata_piero.shtml
), per proporre una riflessione generale: la donna è
tentatrice o no? Lo è sicuramente secondo la “cultura del contegno”, quella del
coprire e nascondere, che affonda le sue radici secolari nella tradizione
religiosa. Non lo è invece per la moderna e laica “cultura
dell’espressività”, legata all’idea del diritto al perseguimento della
felicità individuale nelle sue varie espressioni.
C’è poi un terzo approccio - per semplificare -
naturalista: l’uomo, anzi il maschio,
biologicamente "cacciatore", anche in campo
sessuale, dovendo ( e potendo) "spargere" il proprio
"seme" ovunque, non può rinunciare alla sua "preda",
talvolta usandole violenza. Ciò significa che le possibili
"tentazioni" sarebbero frutto di un misterioso "non so
che" , biologicamente condizionato, insito nel maschio: un
"qualcosa" che "scatta" a prescindere dai
centimetri di corpo femminile scoperti... Ne
consegue, purtroppo, la complicata condizione della
donna, da sempre costretta a subire, difendersi,
contrattaccare.
In realtà, e per dirla tutta, la cultura del
contegno e la cultura dell’espressività sono tentativi
di regolazione socioculturale, o se si
preferisce, "culturalista"", di quel residuo
sessuale maschile (la necessità di spargere il proprio seme), così
crudamente individuato dall' approccio naturalista. Siamo
nell'ambito comcettuale, insomma, del contrasto Natura/Cultura.
Va però sottolineato che approfittando della
moderna cultura dell’espressività, la donna è
passata al contrattacco. Di qui il rifiuto, soprattutto in
Occidente e non solo da parte delle "femministe", della
cultura del contegno: quella del coprire e nascondere, frutto di
un approccio difensivo-repressivo al residuo sessuale maschile. Si
tratta però - ecco il punto - di risposte culturali a
una questione biologica... Difficilmente, infatti, i
progressi dell'individualismo giuridico e persino tecnologico
(si pensi all'inseminazione artificiale) potranno incidere sul residuo
sessuale maschile.
Residuo (espressione mutuata da Pareto) che nel
rapporto maschio-femmina è destinato a restare una variabile
biologica indipendente. Sempre che non si riesca a
inventare in laboratorio un maschio privo di residui sessuali...
Pertanto, almeno per ora, alla natura non si può
comandare. Del resto come mai, pur in un contesto di massima
libertà culturale (e sessuale), il maschio continua a comportarsi da
"cacciatore", usando, come riferiscono le cronache,
modi violenti? Non certo - per tornare alla
"crociata" di Don Piero... - per un paio di gambe
"appese" a una minigonna...
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento