sabato 22 novembre 2025

Ucraina. Il piano in 28 punti: una pace al prezzo della libertà

 


Il piano in 28 punti, non ancora ufficializzato, elaborato dagli Stati Uniti  in "collaborazione" con la Russia rappresenta una proposta di pace molto controversa per l’Ucraina. Se da un lato offre la possibilità di un cessate il fuoco e l’avvio di una ricostruzione, dall’altro comporta concessioni strategiche e morali pesanti che minacciano la sovranità e la libertà del Paese, assoggettandolo di fatto alla Russia (*).

I principali punti critici che aprono alla sottomissione riguardano:

1) Territori: il piano prevede il riconoscimento della Crimea come territorio russo e la possibilità di congelare temporaneamente il controllo su Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Questo costituisce una resa implicita sulle linee rosse ucraine, legittimando l’aggressione russa.
2) Forze armate e sicurezza: le truppe ucraine verrebbero ridotte a circa 600.000 effettivi, e il piano include il divieto di adesione alla NATO, formalizzato nella Costituzione e vincolante anche tramite accordi internazionali. Queste misure compromettono la capacità difensiva e strategica dell’Ucraina e limitano la sua libertà di scelta politica e militare.
3) Garanzie di sicurezza: il piano propone patti con la Russia e garanzie affidate a paesi terzi, ma restano fragili e potenzialmente inaffidabili, non equivalendo a un’effettiva alleanza difensiva.
4) Dipendenza economica: la gestione della ricostruzione prevede l’uso di fondi russi congelati e fondi congiunti, creando una forma di dipendenza economica da Mosca.

In sintesi, la proposta offre una via per fermare il conflitto, ma a prezzo di compromessi sfavorevoli all’Ucraina: sovranità limitata, territori ceduti, capacità difensiva ridotta e dipendenza economica. È una pace pragmatica, ma difficilmente può essere considerata onorevole: l’Ucraina rimarrebbe formalmente indipendente, ma con pesanti vincoli che la renderebbero subordinata alla Russia in molte scelte strategiche.

Cosa deve fare l’Ucraina? Molto dipenderà dalla reale volontà europea di sostituirsi agli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda gli aiuti militari. 

E qui si apre un’altra questione: l’Europa è economicamente in grado di affrontare da sola il peso del conflitto? Probabilmente no.

Anche perché sul piano politico, metà dei Paesi europei vede o vedrà al potere una destra Maga, filotrumpiana, e l’altra metà è filoputiniana. Lo spazio di manovra europeo, non solo economico,  appare dunque piuttosto ridotto.

Per farla breve: le possibilità di aiutare l’Ucraina sono direttamente proporzionali all’allontanamento dal potere di quelle forze politiche, di destra o di sinistra, filo-Trump o filo-Putin, in sintonia con il pacifismo generalizzato delle popolazioni europee, almeno secondo i sondaggi.

Purtroppo, scendendo sul piano sociologico, gli europei, rispetto all’indipendenza dell’Ucraina e alla propria, sembrano preferire, pur di evitare una guerra, di finire nell’orbita russa e di essere trattati nel frattempo da Trump come disciplinati servitori degli interessi Maga.

Sotto questo aspetto, appaiono nobilissime le parole in risposta, anch'esse in qualche modo non  ufficiali, tra le righe, di Zelensky, indirizzate ieri al popolo ucraino in occasione  del Giorno della Dignità e della Libertà (**). Dalle quali però sembra trasparire – se l’aiuto dell’Europa verrà meno – l’idea di un passo indietro.

Non è la prima volta nella storia – e non sarà l’ultima – che a vincere è l’ingiustizia. Purtroppo, come insegna la lezione del 1945, oggi dimenticata, senza una dura guerra difficilmente il mondo libero avrebbe avuto ragione del nazifascismo.

Se così sarà, consegneremo alla storia il tradimento di Trump dei valori atlantici, consacrati dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale. Allo stesso modo, non può passare inosservata la dissolutezza politica di Putin, che oggi sembra riaffermarsi come quella di Hitler e Mussolini nel 1938.

Non potendo fare altro, almeno per il momento, lanciamo la nostra biblica maledizione su questi due complici di una nuova Monaco, estendendola di cuore ai Paesi e alle forze politiche europee disposte a vendere la libertà dell’Europa e dell’Ucraina.

Carlo Gambescia

(*) Qui il piano: https://news.sky.com/story/trumps-28-point-ukraine-peace-plan-in-full-including-land-kyiv-must-hand-to-russia-and-when-elections-must-be-held-13473491?utm_source=chatgpt.com .
(**) Qui in versione originale (inglese): https://www.president.gov.ua/en/news/yednist-potribna-nam-yak-nikoli-abi-v-nashomu-domi-buv-dosto-101493 .


Segue il discorso del Presidente Zelensky, da noi tradotto in italiano dall’inglese.

 


Ucraini,

Nella vita di ogni nazione arriva un momento in cui è necessario parlarsi con assoluta chiarezza. Con serenità, senza  inutili  contrasti, né speculazioni o  polemiche inutili. Solo la verità. Come ho sempre cercato di comunicarvela.

Oggi attraversiamo uno dei momenti più difficili della nostra storia. L’Ucraina è sottoposta a una pressione durissima e rischia di doversi confrontare con una scelta estremamente complessa: rinunciare alla propria dignità oppure rischiare di perdere un partner decisivo. Accettare condizioni pesanti, oppure affrontare un inverno particolarmente rigido, con tutti i pericoli che comporta: una vita senza libertà, senza dignità, senza giustizia. Una vita che dipenderebbe da chi ci ha già aggrediti due volte.

Si aspettano una risposta da noi. Ma quella risposta l’ho già data il 20 maggio 2019, giorno del mio giuramento: mi impegnai a difendere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, a proteggere i diritti e le libertà dei cittadini, a rispettare la Costituzione e le leggi, a servire l’interesse del popolo e  rafforzare il ruolo dell’Ucraina nel mondo.

Quel giuramento non è un atto formale: è un obbligo morale e politico. E a ogni parola di quell’impegno sono rimasto fedele. L’interesse nazionale dell’Ucraina non può essere negoziato.

Con i nostri partner non useremo toni di natura provocatoria. Lavoreremo con calma, con rigore, con spirito costruttivo. Con gli Stati Uniti e con ogni alleato avvieremo un dialogo intenso, fondato su argomenti solidi e soluzioni responsabili.

Presenteremo le nostre ragioni, proporremo alternative, cercheremo convergenze. Ma una cosa è certa: non permetteremo al nemico di sostenere che l’Ucraina non vuole la pace o che stia sabotando la diplomazia. Questo non accadrà.

L’Ucraina agirà con rapidità. Oggi, domani, in ogni giorno della prossima settimana e per tutto il tempo necessario. Lavoreremo senza sosta affinché due valori irrinunciabili non vengano mai accantonati: la dignità e la libertà del nostro popolo. Da essi derivano la nostra sovranità, la nostra indipendenza, la nostra terra, la nostra comunità nazionale e il nostro futuro.

Faremo tutto il necessario affinché la guerra finisca. Ma che con essa non finisca l’Ucraina, l’Europa, né l’idea di una pace internazionale duratura.

Ho appena parlato con i nostri partner europei. Sanno bene che la Russia non è lontana: è ai confini dell’Unione. E sanno che oggi l’Ucraina è lo scudo che separa la vita europea dai piani aggressivi di Putin. L’Europa è con noi e continuerà a esserlo.

Non possiamo rivivere ciò che accadde il 24 febbraio: la sensazione di essere soli, la certezza che solo la forza del nostro popolo potesse fermare l’invasione. Il mondo riconobbe il coraggio degli ucraini. Ma deve comprendere che  anche gli ucraini sono esseri umani che da quasi quattro anni resistono a uno dei più grandi eserciti del pianeta, sotto bombardamenti continui e perdite quotidiane.

Siamo forti, ma  alla lunga anche il  metallo più resistente  può cedere.

Per questo vi chiedo: restate con l’Ucraina. Restate con il nostro popolo. Restate dalla parte della dignità e della libertà.

Cari ucraini,

Ricordate il primo giorno della guerra: la paura, il buio, il crepitare delle armi. Ma il nemico non vide le spalle di un popolo in fuga. Vide i nostri occhi. Vide la determinazione di difendere ciò che è nostro. Questa è la nostra dignità. Questa è la nostra libertà. Questa è la nostra forza.

Oggi, come allora, l’unità è la condizione per una pace giusta.

Mi rivolgo a tutti: cittadini, istituzioni, forze politiche. È il momento di ritrovare lucidità e coesione.

Lo Stato deve funzionare con disciplina e responsabilità. Il Parlamento deve lavorare unito. Il governo deve agire con efficienza. E tutti dobbiamo ricordare, senza ambiguità, chi è il nemico dell’Ucraina.

Il primo giorno della guerra mi fu presentato un ultimatum: dovevo porre fine al conflitto. Mi dissero: o firmi, o sarai  spazzato via   e un presidente ad interim firmerà al tuo posto.

Oggi sappiamo com’è andata. Quegli emissari del nemico, come ciò che ci volevano imporre, sono tornati da dove sono venuti.

Non tradimmo l’Ucraina allora e non la tradiremo oggi. Allora sentivo il vostro sostegno. E lo sento  tuttora.

Ed è questo sostegno morale che mi permette di difendere, in ogni sede internazionale, una pace autentica e dignitosa.

Perché so che il popolo ucraino è con me: milioni di persone che hanno lottato per la libertà e che meritano la pace.

I nostri caduti, che hanno dato la vita per l’Ucraina, meritano di vedere dall’alto che i loro figli e nipoti  finalmente potranno godere di  una pace stabile e giusta. E quella pace arriverà.

La settimana che ci attende sarà complessa, carica di pressioni politiche, informative e psicologiche.

Tutte tese a indebolirci e dividerci.

Il nemico cercherà di farci vacillare. Non glielo permetteremo. Ne abbiamo tutto il diritto.

Siamo un popolo maturo, consapevole, forte dei propri valori. Celebriamo  degnamente il Giorno della Dignità e della Libertà, Giornata che racconta cosa siamo: un popolo libero.

Continueremo a impegnarci sia nel campo diplomatico che in quello della  politica estera per la pace dell’Ucraina. E dentro il Paese continueremo ad agire uniti, nel nome della dignità, della libertà e della nostra sovranità.

So – e non soltanto credo – di non essere solo. Con me ci sono la nostra nazione, la nostra società, i nostri soldati, i nostri partner e alleati.

La nostra forza è l’unità!

Onoriamo il Giorno della Dignità e della Libertà!

Gloria all’Ucraina!

Volodymyr Zelensky, Presidente dell’Ucraina, 21 novembre 2025

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