Cento giorni, cento ore, mi darai...
Ora che ha superato la boa dei cento giorni, possiamo finalmente
interrogarci: il Governo Monti è di Centrodestra o di Centrosinistra? O, in
senso stretto, molto stretto, di Centro? I quesiti, come è chiaro escludono a
priori che possa essere un Governo Tecnico.
Di sicuro è "il" Governo del Presidente Napolitano (uomo di
sinistra), nonché un Governo che piace - per uscire dal pollaio italiano - alla
Signora Merkel ( centrista per eccellenza) e al Presidente Obama ( classico
esponente della sinistra liberal). Gli altri capi di stato e premier europei
(incluso Sarkozy), per ora non contano…
Quindi, non sbagliano gli osservatori che attribuiscono a Monti credenziali di
Centrosinistra. Ovviamente, intendendo con il termine sinistra, non quella di
Vendola che non ama Monti, bensì quella liberal e riformista. Né - per
precisare - quella populista di Antonio Di Pietro. Mentre con il termine Centro
va inteso il Terzo Polo criptodemocristiano di Casini e alleati minori.
Si dirà: mentre Casini si sbraccia per Super Mario, Bersani è più cauto. Vero.
Però, se andiamo a scoprire la carte politiche del Governo Monti, si rileva
grande attenzione verso un tema caro al Pd: recupero dell’evasione fiscale e
mano pesante sulle tasse. Si aggiunga la “spettacolarizzazione” dei controlli,
degna di Vincenzo Visco ( già ministro prodiano). Inoltre Monti si è ben
guardato dal contrariare la magistratura: mostrando di trovarsi in perfetta
sintonia con quella cultura della "legalità", di cui la sinistra
sembra detenere il monopolio. E qui si pensi anche alle dichiarazioni di
Palamara sul clima cambiato, eccetera, eccetera. Del resto che il clima sia
diverso è provato, per alcuni fin troppo, dalle scuse del Ministro della Giustizia
del Governo Monti sull' "infortunio" parlamentare a proposito della
responsabilità civile dei magistrati.
Si dirà: ma la politica del Governo, soprattutto quella economica e del lavoro,
è destrorsa. Mah... Diciamo invece che è in perfetta linea con quella dei
precedenti governi di Centrosinistra. Le liberalizzazioni e le privatizzazioni,
per ora blande, come più volte abbiamo spiegato sono pura retorica. La cultura
economica di Monti, come gli viene rimproverato, e non sempre fra le righe, dai
suoi ex colleghi editorialisti del Corriere della Sera (ad esempio Ostellino),
è più vicina alla posizione liberal che a quella liberista. Si pensi solo alla
"fede" mostrata ripetutamente da Monti nell’operato delle
Authorities; "fede" più riformista che mercatista verso il ruolo
“regolamentatore” degli apparati pubblici. Altro che neoliberismo... Infine, la
questione dell’Ici sui beni della Chiesa, anche prescindendo da come andrà
finire, conferma una scelta laica, sicuramente non sgradita al Pd. Naturalmente,
resta aperta la questione della riforma del mercato del lavoro. Sulla quale -
siamo pronti a scommettere - già esiste un accordo sottobanco con il Pd, l’Udc
e con almeno due sindacati su tre.
Su questi basi, e considerata la situazione interna del Pdl prossimo a
sbandarsi, nonché quella abbastanza confusa della Lega, il Centrosinistra ( in
primis, Bersani più Casini ), come rappresentante di un giusto, responsabile e
salvifico rigore, simbolizzato per l'appunto dal Governo “europeo” Monti,
potrebbe vincere le prossime elezioni. Usiamo il condizionale, perché molto
dipenderà dalla capacità manovriera, assai ridotta di Bersani, capacità da cui
dipende la scelta del Premier ( e qui si pensi alla mina vagante della
primarie…) e il rapporto non facile con Idv e Sel. Per ora, sembra che Bersani,
voglia giocare su più tavoli. Vedremo... Ovviamente, anche l’evoluzione della
crisi economica potrà giocare un ruolo importante sulle possibili alleanze del
Pd. Fermo restando, che Casini, da quanto si è capito, sta cercando di cooptare
“brandelli” pidiellini, personaggi non sempre graditi al Pd. Molto infine
dipenderà dalle trattative in corso sulla riforma della legge elettorale e
dalla conseguente capacità dei partiti maggiori di rendere la vita difficile in
termini di quorum alle "ali estreme" o comunque sia ai partiti
minori. Insomma, la situazione resta fluida, come del resto indicano, stando
agli ultimi sondaggi, le intenzioni di voto degli italiani.
Diciamo però che il Governo Monti, ideologicamente, sta spianando la strada a
un Centrosinistra moderato e riformista. Di cui il professore potrebbe essere
il leader ideale. Di qui, come sostengono alcuni "malignetti", la
possibile instaurazione, dopo le politiche, di un Monti 2...
Carlo Gambescia
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