Ideologie dell’ 11 Settembre
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Ora che sembra passata la gigantesca onda emotiva delle
celebrazioni, desideriamo dire qualcosa anche noi sull’ 11 Settembre. Non tanto
però sui fatti in sé, quanto sulle interpretazioni, o se si preferisce sulle
ideologie in argomento.
Due le principali variabili. La prima, è quella dell’attacco all’Occidente da
parte dei fondamentalisti islamici, sposata dagli occidentalisti, di qua e di
là dell’oceano, e rivendicata, quanto meno nei fatti e negli effetti, dai
movimenti islamici antioccidentali.
La seconda, è quella del grande inganno ad opera di statunitensi, britannici,
israeliani (presi singolarmente o tutti insieme), che per ragioni geopolitiche
avrebbero causato e "montato" l’attentato, attraverso un’operazione
di intelligence; tesi difesa dagli antioccidentalisti delle due sponde.
Pertanto, sul tragico evento è fiorita, e fiorisce, una letteratura
propagandistica, rivolta a difendere l’una o l’altra tesi. In realtà, e al di
là delle "apologie" pro o contro, le cose stanno diversamente:
semplificando gli schieramenti, dall'11 Settembre 2001, di fatto, Occidente e
Oriente sono in guerra. Un conflitto di tipo nuovo per l'Occidente,
asimmetrico, dal momento che affronta un nemico invisibile: il terrorismo. E
tuttora in corso, di cui ancora non si scorge la fine.
Perciò l’11 Settembre lo ha cambiato, eccome, il mondo. Tutto il resto, invece,
è ideologia, o se si preferisce, nella migliore delle ipotesi, terreno (o
teatro...) per nobili celebrazioni. Parliamo di eventi che appagano o fomentano
le differenti emotività collettive (dipende dal punto di vista), ma che non
influiscono minimamente sul problema dei problemi: come potrà l'Occidente
vincere una guerra asimmetrica?
Carlo Gambescia
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