giovedì 17 gennaio 2013

Il libro della settimana: Helmut Hiller, Dizionario della superstizione, Castelvecchi, Roma 2012, pp. 276, euro, 22,00.


http://www.castelvecchieditore.com/dizionario-della-superstizione/


Per  Goethe la superstizione era  «la poesia della vita». Semplificando: una creativa eruzione della nostra fantasia, che però  tale doveva  restare.  Insomma, superstiziosi sì, mauna tantum.  Anche il buon Benedetto Croce, che di ragione ragionante se ne intendeva, pur non essendo superstizioso, da cittadino di Napoli ( città amata anche da Goethe),  riteneva che una “toccatina”  ogni tanto non guastasse. Goethe e Croce a braccetto? Da bravi maestri del  mai dire mai ?  Decidano i lettori. Ai quali suggeriamo, per approfondire la materia  senza annoiarsi, il Dizionario della superstizione (Castelvecchi) di Helmut Hiller, storico e studioso del mondo medievale. Un libro gustosissimo, uscito in Germania nel 1986 e da noi nel 1993, per i tipi di Franco Muzzio Editore,  e perciò introvabile  da anni . Complimenti a  Castelvecchi per  l'intelligente  riproposta  (a proposito perché non rieditare anche l'eccellente Enciclopedia delle ingiurie di Ugo Nanni? Magari con una appendice di aggiornamento  a cura di Vittorio Sgarbi...).  
L’approccio di Hiller è laico. Nel senso che si limita a  registrare  voce per voce il significato che le diverse credenze popolari, principalmente di  area  tedesca, hanno attribuito per autodifendersi  al lato oscuro e potenzialmente dannoso delle cose. Superstizione come  "pre-scienza" spiegata da e per il popolo? Hiller, come detto,  non si espone ma registra.   Qualche esempio dalla lettera A: Abete: «Chi rubava un abete si sarebbe spaccato un braccio, e chi ne abbatteva uno illegalmente avrebbe avuto sette anni di guai»; ogni riferimento alla  biblica scansione dei sette anni di vacche grasse e  magre  non  è puramente casuale…; Achillea: « Gli uomini davano per certo che un infuso di questa pianta facesse riacquistare la potenza sessuale perduta»; il Cavaliere è avvisato…; Acqua: «Si diceva che le salamandre avvelenassero l’acqua, ma una volta infettata, avrebbe perso la sua pericolosità gettandovi dentro della briciole di pane»; a trovarne  oggi  di salamandre  urbanizzate…  Quanto al pane, sembra sia stato espulso dalle diete...   

Concludendo,  un libro  piacevole e istruttivo, senza però alcuna pretesa di risposte definitive. Il che è un bene, perché la materia è magmatica e incandescente come una colata di lava (e Goethe lo aveva intuito). Insomma, ci si può scottare.  Hiller,  tuttavia, tra le righe,  invita   i superstiziosi tutto l’anno   a  non prendersi troppo sul serio.  Ad esempio alla voce Paternostro si legge: « Si sosteneva che dicendo il Paternostro per nove all’indietro fosse possibile provocare la morte di qualcuno»… Troppo facile.   Se fosse stato veramente possibile, l’Italia  si sarebbe trasformata, e da un bel pezzo,  in  cimitero.   E pure la Germania.  Anche se, a dire il vero, una settantina di anni fa  rischiò  grosso...  

Carlo Gambescia

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