La scomparsa di Chinaglia
Onore a
Long John!
È morto Giorgio Chinaglia. Chi scrive vede sparire di colpo un bel pezzo dei
propri sedici anni. E quindi nel giudizio, tanto sereno non potrà essere. Ma lo
si può verso qualcuno che ti è caro come uno zio? Uno zio pecora nera
s’intende, bandito dalla famiglia, ma venerato a vita dai nipoti, certo, oggi
cresciutelli...
Era un’altra Lazio, erano altri tempi. E la politica non si faceva dentro gli
stadi, da frustrati. Anzi la domenica (perché si giocava solo la domenica), si
sospendeva il giudizio politico, e via tutti allo stadio a vedere la Lazio di Chinaglia e
Maestrelli: comunisti, fascisti, democristiani, bambini, fidanzati, soldati,
cameriere, pensionati: nienti spari, niente “scontri”, ma solo
"sconti" alle famiglie numerose, voluti dal presidente Lenzini, detto
Papa Giovanni. E poi quali scontri? I tifosi avversari arrivavano a Roma, come
in gita, per andare a San Pietro e far girare fiaschi di vino tra i vicini di
gradinata, laziali inclusi. Che accettavano volentieri. Uscivano tutti ciucchi
e manzi manzi… a prescindere dal risultato.
E Chinaglia in mezzo al campo, come un armadio con quattro rotelle: sgraziato,
gigantesco per quei tempi (altezza media degli italiani uno e sessantacinque
centimetri…), con la testa incassata dentro le spalle. Long John, per
l'appunto. Ma quando l'armadio partiva in progressione non lo prendeva più
nessuno. E poi che fucilata…Una volta, durante gli allenamenti, ruppe una
traversa. Dal botto, se ne accorsero pure le mignotte che sgambettavano giorno
e notte, vestitissime a quei tempi, per viale di Tor di Quinto, una specie di
composto casino a cielo aperto: automobili, motorini, studenti, venditori di
panini e castigate ziette del sesso a pagamento che ci tenevano alla morale,
soprattutto per gli studenti... E alle quali, i giocatori della Lazio, nel
cuore della notte, Chinaglia in testa, distribuivano lo stesso Cordiale dei
militari in bustine plasticate… Era una Lazio-Spaghetti, proprio come il
pittoresco western all’italiana, allora in voga. E Chinaglia impersonava
Sartana : pugni, pistolettate, cazzotti, pokerini. Vamos a matar, compañeros!
Eppure vinse lo scudetto più bello del mondo… Grazie soprattutto al
Maestro-Maestrelli, modesto, serio, generoso: uno che sembrava uscito da un
film neorealista in bianco e nero... E non dal solito cinepanettone... “Ma da
quando ci sei tu, tutto questo non c’è più… Lazio-Azzurra-Lazio-Chiara”,
intonavano i tifosi celebrando l'armadio di cui sopra. Che tempi! E Chinaglia
si esaltava… Poi andò in America, tornò in Italia, ritornò negli Usa… Sartana
scappava inseguito da sceriffi, pistoleros e giudici dai sette capestri. E
così, alla fine, il vecchio cuore laziale si è rotto le palle e ha detto basta.
Onore a Long John!
Carlo Gambescia
Non sono laziale, sostengo il Napoli, tuttavia so riconoscere il valore dello sportivo e dell'uomo. Chinaglia era una bella persona e un grande centravanti, un laziale vero. La Lazio di Maestrelli era una squadra tosta, cazzuta, composta da anarchici uniti da un maestro di sport. Oggi, i calciatori sono pop star, viziate da una stampa prona, milionari senza onore. Grazie Long John.
RispondiEliminaGrazie a te, Angelo, per il gentile commento. Da tifoso del Napoli tra l'altro! :-)
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