Oggi pubblichiamo il post del giovane amico
Giacomo Gabellini. Si tratta di una rilettura de La
Quarta Guerra
Mondiale di Costanzo Preve. Libro, a nostro avviso, sicuramente
interessante ma di taglio geofilosofico piuttosto che geopolitico, nonché influenzato
da quella visione idealistica e idealizzante (in senso filosofico e morale)
della concezione marxiana, così spesso rimproverata a Preve. Di qui il
consiglio di integrarlo con altre letture più sobrie e strutturate, due in
particolare: Gianfranco La
Grassa , Finanza e
poteri (Manifestolibri), ottimo vademecum per ogni buon realista
post-althusseriano; Angelo Panebianco, Guerrieri
democratici (il Mulino), eccellente ritorno a un realismo liberale
più attento alle costanti del politico che alle presunte "regole" del
mercato.
Buona lettura. (C.G.)
Riletture
di Giacomo Gabellini
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Se c'è un merito indubbio, tra i tanti, da
riconoscere al professor Claudio Mutti, è quello di aver scelto di inserire tra
le pubblicazioni della piccole ma agguerrite Edizioni all'insegna del Veltro ( http://www.insegnadelveltro.it/
) molti saggi particolarmente eterodossi rispetto allo stagnante Zeitgeist contemporaneo.
Tra i tanti testi di indubbio valore, spicca senz'altro il saggio firmato dal
prolifico e istrionico filosofo torinese Costanzo Preve (nella foto) ,
intitolato "La quarta guerra mondiale" Costanzo Preve, (La
Quarta Guerra
Mondiale”, Edizioni all’insegna del Veltro” 2008, pp. 192 ).
Pensatore di formazione marxista, Preve si è sempre considerato un filosofo
"divergente" rispetto all'ortodossia interpretativa che ha
contribuito a fare delle idee del grande ebreo trevirese un vero è proprio
oggetto di culto. In ogni caso, l'impostazione di carattere marxista propria a
Preve si evince già dalle prime righe della prefazione, in cui egli ammette il
proprio rammarico nel prendere atto del "revisionismo" postumo
operato da molti intellettuali (Toni Negri e Marco Revelli in primis) provenienti dalla sua stessa
area culturale, che hanno immolato tutti i propri ideali "di
gioventù" sull'altare del "politicamente corretto" per
condannare senza appello il Ventesimo Secolo, liquidato come vero e proprio
"secolo delle ideologie assassine". Preve respinge questa lettura
oltranzista e conformista offrendo una propria, originale riconsiderazione
degli eventi.
Ma qual è la data di inizio della Quarta Guerra Mondiale? Il 1991, quando la
ristrutturazione economica gorbacioviana meglio nota come “perestroijka”,
improntata alla “glasnost” (trasparenza), assestò il colpo definitivo alle
casse sovietiche e innescò un repentino effetto domino di conseguenze sempre
più disastrose che culminarono, per l’appunto, con la disgregazione dell’Unione
Sovietica è l’instaurazione di un assetto unipolare del mondo, con gli Stati
Uniti al comando. In quello specifico frangente storico va collocato, secondo
Preve, l’inizio della Quarta Guerra Mondiale, un conflitto quasi esclusivamente
combattuto sul terreno della cultura. Autori di puro stampo reazionario colsero
l’occasione per proclamare una non meglio precisata “fine della storia”
(Francis Fukuyama), che avrebbe sancito il trionfo della democrazia anche negli
angoli più remoti del pianeta, mentre altri (Samuel Huntington) preferirono
andarci coi piedi di piombo e richiamarsi a un fantomatico “scontro di civiltà”
che avrebbe visto la cultura confuciana e quella islamica opporsi frontalmente
a quella “occidentale”. All’epoca la
Russia era tenuta in pugno dall’ubriacone Boris El’cin che
diede il via a una serie di privatizzazioni in ambito economico che
rimpinguarono enormemente il portafogli di uno sparuto manipolo di “oligarchi”
(Mikhail Khodorkhovskij, Roman Abramovich, Boris Berezovskij ecc.) ben assistiti
da governi e poteri forti occidentali, a spese di una popolazione ridotta alla
fame. In questa congiuntura si inserì un personaggio di nome Vladimir Putin,
cui Preve riconosce enormi meriti, non ultimo dei quali quello di aver
riportato la Russia
nel novero delle principali potenze mondiali. Il circo mediatico occidentale si
è invece scagliato contro Putin e contro tutti gli uomini politici dei paesi
più disparati, accomunati dalla volontà di restituire alle proprie patrie un
accettabile grado di sovranità. Preve non manca di smascherare l’ipocrita
atteggiamento tenuto da quelli che definisce “intellettuali vaselina”, ovvero
personaggi appartenenti alla risma sopra descritta, impegnati, con la loro
costante opera di mistificazione (anche grazie alla visibilità che il circuito
mediatico garantisce loro) a tempo pieno a inculcare il Verbo del Nuovo Ordine
Mondiale nelle menti di milioni di persone.
Come si vede, ipocrisia e moderazione non trovano quartiere nell’incedere
previano. Comunque, tirando un po’ le conclusioni, è possibile affermare che La
Quarta Guerra
Mondiale è un libro partigiano, scritto da un intellettuale che non
nasconde il proprio background
culturale e che non rinnega la propria giovanile fede comunista, ma che avverte
l’urgenza di utilizzare gli strumenti indicati da Marx e da alcuni suoi
interpreti (Lenin su tutti), per comprendere la complessa realtà che abbiamo
sotto gli occhi. Una bella sfida.
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Giacomo Gabellini
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Giacomo Gabellini si
interessa di filosofia, storia, politica e geopolitica. Autore di numerosi
articoli che toccano i temi indicati per il blog Conflitti & Strategie (www.conlittiestrategie.splinder.com),
con il quale collabora attualmente..
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