Incontri
La Roma di Anna Magnani
Anna Magnani era una donna semplice e
complicata al tempo stesso. Come la
Roma di una volta: città che accoglieva, certo senza aprirsi
completamente. Tuttavia mai indifferente, come invece è oggi.
Si racconta della Magnani, che già gravemente malata, voleva essere presentata
ai medici come persona qualsiasi, ma al contempo trattata con i riguardi dovuti
alla grande attrice…Ma si pensi anche alla celebre sequenza notturna del
felliniano Roma, dove agli interrogativi fuoriorario del grande riminese,
rispondeva con un lapidario: “A Federi’ ma va’ a dormi’ “…
Insomma, un donna e un’attrice con la gonna. Una vera principessa del popolo
romano. Che la ricambiava chiamandola “Nannarella”.
Si ricordi anche il ruggito da leonessa ferita di Roma città Aperta.
Lanciato all’inseguimento quasi carnale dell’uomo che sta per perdere. In quel
momento cinema e vita si mescolano, dando così vita a un personaggio
straordinario, che ancora esiste e resiste al di là di ogni contingenza storica
o speculazione ideologica.
Eh sì, ci manca la
Magnani... Come ci manca una certa Roma: l’altra grande
protagonista dei suoi film. Una città oggi indifferente e rumorosa: priva di
quegli squarci notturni e silenziosi, dove sull’acciottolato dei Banchi Vecchi,
si udivano i passi e i battibecchi di Totò e Nannarella, come in Risate di
gioia. O la Roma
del sanguigno mercato di “Campo de’ Fiori” anni Trenta, dell’omonimo film con
Aldo Fabrizi, dove i coltelli erano coltelli e i fratelli fratelli. E dove la Magnani, fruttivendola,
mostra un cuore (antico)romano, generoso e bellicoso a un tempo. O ancora: la
città pasoliniana di Mamma Roma, già sul punto di cambiare pelle, con
le sue periferie polverose ma già appetite dai palazzinari. Dove la Magnani assomiglia a una
Madonna dolente, che si incammina dietro la Via Crucis di un mondo
suburbano. Privo però, “pasolinianamente”, di salvezza.
Come, infine, nell’episodio L’automobile, del ciclo televisivo Tre donne
girato nel 1971, due anni prima di morire. Che preannuncia la Roma attuale: divorata dal
traffico e dall’indifferenza. E dove la Magnani, nel ruolo di una vitale ex “mondana”
(come si scriveva un tempo), comprende all’improvviso che la sua Roma è morta….
E lo scopre nella maniera più moderna: ferma sul ciglio della strada, a fianco
dell’ambita macchina sportiva gravemente incidentata, vede sfilarle accanto il
serpente di ferro delle automobili domenicali, con a bordo gente indifferente e
affamata solo divertimenti.
E’ una Magnani dallo sguardo che cerca aiuto. E che resta impressa negli occhi.
Quasi quanto l’ immagine del Nanni Moretti di Caro Diario, che,
trent’anni dopo, si aggira in vespa, per gli stessi luoghi, alla ricerca di una
città che non c’è più.
Ecco, immaginiamola, seduta dietro di lui. Con quella sua risata, forte e
liberatrice, che ricorda una Roma vera. Quella di Nannarella. Che, come lei,
purtroppo, non c’è più.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento