Il libro della settimana: Guido Conti, Giovannino Guareschi. Biografia di uno
scrittore,
Rizzoli, Milano 20008,pp. 594, Euro 21,50.
http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzoli/ |
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Qualche notte fa, dopo aver finito di leggere l’
avvincente biografia di Giovannino Guareschi, scritta da Guido Conti (Rizzoli
2008, pp. 594, Euro 21,50), abbiamo sognato proprio lui: classe 1908, in camicia a
quadrettoni, baffoni e ciuffo spioventi, un pizzico di pinguedine, soprattutto
dove finiscono per incidere tagliatelle e lambrusco, in quella zona del corpo,
altrimenti detta della pancera…
Beh, Giovannino, sbucato dal buio, ci ha subito chiesto preoccupato: “Ma è vero che sono spariti comunisti?”. “Sì.”, abbiamo risposto. E lui: “Meno male che sono morto da quarant’anni. Altrimenti, ora rischierei, di morire un’altra volta di noia… Anche perché uno lassù mi ha detto che sono spariti anche i democristiani”. Dopodiché è scomparso di nuovo nel buio, smoccolando.
Non inventiamo: sì, abbiamo sognato il Giovannino. Probabilmente - misteri della psiche - grazie al libro di Conti. Dove viene fuori un Guareschi, grandissimo milite ignoto della battuta. Ignoto perché osteggiato, proprio da quei rossi e bianchi, che lui invece combatteva ma che in fondo rispettava. Soprattutto se idealisti come lui. E armati solo di buon senso. Come Peppone e Don Camillo..
Nel documentatissimo libro di Conti c’è anche dell’altro. Il Guareschi artista trasversale e moderno che si confronta con la radio, il cinema e la televisione. Il Guareschi artigiano della risata, chino per ore e ore, persino di notte, a lavorare alle sue vignette…
Il Guareschi uomo tutto d’un pezzo, che se ne va zitto zitto, col tascapane militare, a scontare un annetto abbondante, nelle prigioni degasperiane, dopo aver assaggiato quelle hitleriane, come prigioniero di guerra.
Il Guareschi papà dolcissimo dei pirotecnici Albertino e Carlotta, e marito affettuoso del “baccalà”, Ennia.La
Margherita delle sue storie: una donna fortissima, che gli
sarà sempre accanto fino a quel 22 luglio del 1968, quando il cuore di
Giovannino se ne andrà in vacanza per sempre.
Il Guareschi, se ci passa l’espressione, incazzato nero con una modernità consumista e sciatta. Che non dava respiro a “tanti poveri cristi d’italiani” già negli anni Sessanta. Cosa che aveva capito anche Pasolini… Altro milite, forse in vita un po’ meno ignoto, della letteratura (ma questa è un’altra storia, “particolare”…). Di qui quel dirompente film a due “La Rabbia ”, che scontentò
tutti: rossi, bianchi e neri.
Insomma, il ritratto che ne fa il bravo Guido Conti, è, come si dice, in quel birignao letterario che Guareschi odiava ( così impara a disturbarci di notte…): a tutto tondo.
Scrive Conti: “ Questo scrittore ha lottato tanto per le sue idee e non si è mai piegato al male che distrugge la vitalità dell’uomo, la sua pietà profonda, lo sguardo libero, leggero sorridente sull’orrore e la meraviglia del mondo. I suoi racconti, i suoi personaggi, il suo modo di guardare il mondo parlano al nostro cuore di uomini in ogni tempo e latitudine”.
Sottoscriviamo. Però Giovannino di notte lasciaci dormire.
Beh, Giovannino, sbucato dal buio, ci ha subito chiesto preoccupato: “Ma è vero che sono spariti comunisti?”. “Sì.”, abbiamo risposto. E lui: “Meno male che sono morto da quarant’anni. Altrimenti, ora rischierei, di morire un’altra volta di noia… Anche perché uno lassù mi ha detto che sono spariti anche i democristiani”. Dopodiché è scomparso di nuovo nel buio, smoccolando.
Non inventiamo: sì, abbiamo sognato il Giovannino. Probabilmente - misteri della psiche - grazie al libro di Conti. Dove viene fuori un Guareschi, grandissimo milite ignoto della battuta. Ignoto perché osteggiato, proprio da quei rossi e bianchi, che lui invece combatteva ma che in fondo rispettava. Soprattutto se idealisti come lui. E armati solo di buon senso. Come Peppone e Don Camillo..
Nel documentatissimo libro di Conti c’è anche dell’altro. Il Guareschi artista trasversale e moderno che si confronta con la radio, il cinema e la televisione. Il Guareschi artigiano della risata, chino per ore e ore, persino di notte, a lavorare alle sue vignette…
Il Guareschi uomo tutto d’un pezzo, che se ne va zitto zitto, col tascapane militare, a scontare un annetto abbondante, nelle prigioni degasperiane, dopo aver assaggiato quelle hitleriane, come prigioniero di guerra.
Il Guareschi papà dolcissimo dei pirotecnici Albertino e Carlotta, e marito affettuoso del “baccalà”, Ennia.
Il Guareschi, se ci passa l’espressione, incazzato nero con una modernità consumista e sciatta. Che non dava respiro a “tanti poveri cristi d’italiani” già negli anni Sessanta. Cosa che aveva capito anche Pasolini… Altro milite, forse in vita un po’ meno ignoto, della letteratura (ma questa è un’altra storia, “particolare”…). Di qui quel dirompente film a due “
Insomma, il ritratto che ne fa il bravo Guido Conti, è, come si dice, in quel birignao letterario che Guareschi odiava ( così impara a disturbarci di notte…): a tutto tondo.
Scrive Conti: “ Questo scrittore ha lottato tanto per le sue idee e non si è mai piegato al male che distrugge la vitalità dell’uomo, la sua pietà profonda, lo sguardo libero, leggero sorridente sull’orrore e la meraviglia del mondo. I suoi racconti, i suoi personaggi, il suo modo di guardare il mondo parlano al nostro cuore di uomini in ogni tempo e latitudine”.
Sottoscriviamo. Però Giovannino di notte lasciaci dormire.
Carlo Gambescia
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