venerdì 15 aprile 2011

Asor Rosa  e lo "stato d' emergenza"
Un leninista dilettante


Asor Rosa, su il Manifesto, ha chiesto l’instaurazione dello “stato d'emergenza” per togliere di mezzo Berlusconi e i suoi. In pratica, un colpo di stato. Ecco un passo, particolarmente significativo, del suo editoriale:

«Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d'emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale.» (il Manifesto 13 aprile 2o11)

Cosa dire? Innanzitutto, che sono subito emerse, sul piano dei giudizi, due scuole di pensiero, ovviamente opposte. Riassumiamole così.
A Destra: “Ma come difendete così tanto la Costituzione, per poi violarla pur di abbattere Berlusconi? Allora è proprio vero che siete comunisti…”.
 A Sinistra: “Asor Rosa, pur esagerando, ha detto qualcosa che tutti i cittadini onesti pensano, cioè che Berlusconi è un pericolo e che quindi deve essere eliminato con qualsiasi mezzo”. Naturalmente, va ricordata anche una terza posizione, quella dei minimalisti di destra e sinistra: “Asor Rosa, e un intellettuale, uno che vive tra e nuvole o nel passato, e perciò le sue parole lasciano il tempo che trovano”.
 Diciamo che quello di Asor Rosa è un esercizio di realismo politico in tinta leninista. In tinta, perché c’è leninismo e leninismo. E quello del professore ricorda da vicino il leninismo posticcio delle brigate rosse, strategicamente e tatticamente fuori bersaglio. Per quale ragione? Perché Berlusconi, nonostante tutto, gode di un forte consenso nel Paese, consenso che gli permette - e permetterà - di tenere sotto controllo la situazione. Inoltre gli italiani, come altre volte nella storia della Repubblica, non vogliono sentir parlare di violenza e di sospensione delle libertà. Proprio quello, a cui condurrebbe, se attuata con la forza, l’ idea di “stato d' emergenza”.
 Infine, la pura violenza, di regola, funziona, solo se usata per la spallata finale. E deve godere della complicità, o quantomeno della parziale connivenza delle istituzioni amministrative, militari e di polizia. Per conquistare il potere, un pugno di magistrati di sinistra, per giunta abbastanza isolati, quattro sfascisti viola e alcuni giornali più o meno legati alle procure, non sono assolutamente sufficienti.
 Perciò, concludendo, Asor Rosa è un leninista, ma dilettante. 

Carlo Gambescia

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