Dalla crisi della Repubblica romana alla
crisi dell'Unione europea
Corsi e ricorsi?
La
crisi europea impone alcune riflessioni di tipo storico-sociologico. Corsi e ricorsi? Giudichi il lettore.
Partiamo
dai fatti. Boris Johnson ha vinto.
Ma in fondo la Gran Bretagna , storicamente
parlando, si è sempre tenuta fuori dall’Europa. Non è una novità, errori
politici di Cameron a parte (come il famoso referendum), mentre Johnson, con il suo stile privo o
scrupoli politici lo è, perché, rispetto alla democrazia liberale, rappresenta un fatto nuovo, o quasi. Ma andiamo avanti.
Negli Stati Uniti, forse riusciranno a liberarsi di Trump, portandolo davanti ai giudici, ma non del trumpismo. In Francia, Macron è in sofferenza, e le prossime presidenziali potrebbero incoronare Marine Le Pen, dietro la quale si agitano tutti i fantasmi del fascismo e del razzismo. In Germania, dovela Merkel probabilmente passerà la mano, crescono i piccoli mostri neonazisti. La Spagna sembra come paralizzata dinanzi all'avanzata di una destra dura e pura che rischia di
fare un solo boccone dei Corbyn castigliani. L’Italia corre dietro a un populismo che
sembra contagiare tutti i partiti, dimentichi -. pare - che il Bel Paese inventò il fascismo.
Negli Stati Uniti, forse riusciranno a liberarsi di Trump, portandolo davanti ai giudici, ma non del trumpismo. In Francia, Macron è in sofferenza, e le prossime presidenziali potrebbero incoronare Marine Le Pen, dietro la quale si agitano tutti i fantasmi del fascismo e del razzismo. In Germania, dove
Ecco
il quadro politico. E gli elettori? Sognano il liberalismo inteso però in
modo contraddittorio: come farsi i fatti propri non rinunciando a nessuna
conquista welfarista. Per dirla
brutalmente: gli elettori, soprattutto in Europa occidentale, vogliono
pensioni e stipendi alti senza sforzo, senza competizione. La
lancetta della sicurezza sociale si è spostata verso l’alto. E qui si può
proporre un raffronto storico.
Se nella Roma repubblicana, fino a quando le legioni riuscirono vincitrici nelle guerre
politiche (guerre guerre), si redistribuì, depredando gli sconfitti (largheggiando in terre e denari con i reduci e in grano e giochi con le plebi), oggi, nell'Europa dell'Unione europea, si
chiede la sicurezza totale dalla culla alla tomba senza curarsi della provenienza dei denari. Insomma, senza interrogarsi sull'importanza delle battaglie
economiche: dell'unica formula capace di garantire attraverso la libera concorrenza la crescita economica: unica
fonte per poter redistribuire, senza ricorrere a una pressione fiscale
asfissiante. Detto altrimenti: siamo dinanzi a un fondamentale principio welfarista, quello redistributivo.
Invece, il cittadino europeo-occidentale finge di non sapere. E non vuole sentir parlare di guerre, non solo politiche ed economiche, ma neppure
di normalissima meritocrazia e altrettanto normale e pacifica competizione
sociale ed economica.
Di
qui, l’ascesa dei nuovi tribuni della
plebe, dei nuovi Tiberio e Caio Gracco: Trump, Johnson, Le Pen, Salvini, eccetera, Che però non possono evocare alcun passato
tributo di sangue, ma solo presunti diritti sociali, ovviamente circoscritti in
chiave etnica. Perciò, senza neppure mostrare la furbizia politica dell’ aristocrazia senatoria romana, la parte più moderata, capace di usare
in modo elastico l’estensione della cittadinanza.
Ecco la situazione di oggi. Il lettore si diverta a sostituire e aggiornare i nomi...
Una plebe senza principi, solo diritti e niente doveri, capeggiata, da tribuni privi di scrupoli, abilissimi nel suscitare i lati oscuri e peggiori delle folle. Un mix sociale di demagogia e violenza al quale inevitabilmente finirà per opporsi qualche nuovo Silla, presunto difensore dei diritti del Senato. Ne potrebbe seguire una guerra civile tra generali economico-sociali. Fino all’arrivo, di un nuovo Cesare. Che potrebbe durare più a lungo… Anche perché tra l' Europa di Roma e l'Europa di Bruxelles c'è di mezzo, come punto di discrimine politico, il Novecento totalitario.
Altro che le riforme, pur incisive, di Augusto...
Una plebe senza principi, solo diritti e niente doveri, capeggiata, da tribuni privi di scrupoli, abilissimi nel suscitare i lati oscuri e peggiori delle folle. Un mix sociale di demagogia e violenza al quale inevitabilmente finirà per opporsi qualche nuovo Silla, presunto difensore dei diritti del Senato. Ne potrebbe seguire una guerra civile tra generali economico-sociali. Fino all’arrivo, di un nuovo Cesare. Che potrebbe durare più a lungo… Anche perché tra l' Europa di Roma e l'Europa di Bruxelles c'è di mezzo, come punto di discrimine politico, il Novecento totalitario.
Altro che le riforme, pur incisive, di Augusto...
Carlo Gambescia