Di questi
tempi il solo accenno a un certo pesce d’acqua dolce, fa pensare subito non
tanto alla famiglia dei Salmonidi quanto a un’altra famiglia… A dire il vero
però, Carlo Pompei, come suo solito, vola alto. Il giusto, ovviamente. E
nel post di oggi, in fondo, il “cucciolo” di trota resta un “cucciolo” di trota…
Buona lettura. (C.G.)
L’istinto della “trota”
di Carlo Pompei
Quante probabilità di sopravvivenza ha un cucciolo di uomo
nei confronti di un cucciolo di animale in una situazione di abbandono?
Rimanendo ottimisti, effettuando calcoli da scommessa calcistica, uno a mille.
Le proporzioni si riducono qualora l’animale sia domestico e, quindi, abituato
alle attenzioni e alle cure dell’umano di riferimento.Se poi si tratta di un
cucciolo di “trota” le speranze si affievoliscono ancora di più, perché si sa,
in certe acque è più difficile sopravvivere. Nei prati la situazione non è
migliore: la margherita del m’ama-non-m’ama è diventata quella del
ruba-non-ruba…
Lo spunto ci serve per parlare di due cose: dell’istinto
(umano ed animale) e di un certo modo di relazionarsi con l’ambiente
circostante e gestirlo prendendo posizioni via via differenti, cioè la
politica. Avrete già intuito che l’argomento di oggi riguarda gli ultimi
scandali (ultimi soltanto in ordine di tempo). La cronaca già la conoscete, passiamo
all’analisi.
L’istinto, dicevamo. L’animale nasce già con una
“pseudo-conoscenza”, l’uomo la acquisisce: è impossibile vedere neonati
cattivi, mentre un lupo è feroce già all’alba del secondo giorno di vita.
L’istinto “animale” nell’uomo si sviluppa tanto più egli invecchia, la chiamano
età della ragione, ma non sempre ha significato positivo; nell’animale rimane
invariato per tutta la vita.
L’uomo, poi, per legittimare tutto questo, ha inventato la
politica, che ormai altro non è che un modo per combattersi (tra branchi) in
maniera “legale”. Ogni combattimento è messo in scena da due fronti che
prevedono, di volta in volta, la formazione di alleanze più o meno di comodo
(nemico del nemico, etc.). A questi schieramenti vengono dati nomi che rappresentano
una contrapposizione cromatica, una posizione fisica in Parlamento e una
intellettual-ideologica. Quindi abbiamo rosso contro nero, sinistra contro
destra, progressisti contro conservatori. Mentre nei primi due casi si
verificano posizioni assolute, poiché astratte o quasi, nel terzo caso si da
luogo al fenomeno che spesso genera gli effetti migratori in seno a partiti di
segno opposto rispetto a quello d’origine. Perché? È chiaro che se uno status
quo mi sta bene sarò conservatore, se non mi sta bene sarò progressista. Da
progressista ridiverrò conservatore una volta raggiunto lo status che più mi
aggrada.
È senz’altro una riduzione semplicistica della questione, ma
spiega abbastanza bene la naturale tendenza dell’uomo - chiamatelo pure istinto
- a divenire ladro. E a volte assassino.
Carlo Pompei
Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo
ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si
divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica,
insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.
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