Vorremo che i lettori conservassero memoria, per così dire, del
nostro articolo di oggi. Per mesi, anni, non sappiamo dire. Per quale
ragione? Perché parleremo di inevitabilità storica e di regolarità
metapolitiche. In pratica parleremo di metapolitica applicata alla
realtà che ci circonda.
Da Marte, nome bellicoso non scelto a caso, che cosa si potrebbe osservare? Un "Marziano" che idea si farebbe della Terra?
Da una parte noterebbe la disunione politica europea e statunitense, interna e esterna diciamo. Dall’altra, scorgerebbe invece la compatezza russa e cinese, capace di estendersi anche ai rapporti tra le due potenze orientali.
Nei prossimi anni queste tendenze si accentueranno. Perché i
conflitti esterni favoriscono le tendenze interne già in sviluppo. Dove
prevalgono le forze centripete, come in Russia e in Cina, la
compatezza si accentua, come pure le divisioni dove prevalgono le forze
centrifughe, come in Europa e negli Stati Uniti. Ovviamente, le
inversioni tendenza sono possibili ma rare, come prova la decadenza e
caduta di unità politiche frammentate al loro interno. L’ìnerzia
storico-sociologica è fortissima. Per dirla alla buona, "il tirare a campare"...
Il resto del mondo si agita, è diviso e non conta nulla. Se non quel rappresentare, in alcuni punti “geocritici”, motivo di conflitti più gravi tra le due potenze mondiali: da un lato l’Occidente, dall’ altro l’Oriente. Come ora in Ucraina ad esempio.
Oriente e Occidente: parliamo di due mondi completamenti differenti sul piano dei valori e degli interessi. Non c’è alcun ponte. E di questo si deve prendere atto.
Dicevamo dell’inevitabilità storica. Cosa significa innanzi tutto inevitabilità storica? Che un certo evento storico, come la guerra, non si può evitare. Forse si può rinviare, per un certo periodo, ma prima o poi ci “piomberà sulla testa”.
Quanto ai determinismi sociologici e politici (potenziali ovviamente) si pensi al ruolo delle regolarità metapolitiche. In particolare alla regolarità amico-nemico (è il nemico che ti indica come tale, a prescindere dal tuo “buon” carattere), alla natura del ciclo politico (conquista, conservazione, perdita del potere) , alla persistenza di un potere mondiale che nessuno vuole dividere con nessuno.
Infine la pace, che tutti dichiarano di voler difendere, non è altro – dal punto di vista delle regolarità metapolitiche – che una razionalizzazione-giustificazione dei conflitti politici. Detto sinteticamente: la pace come risorsa politica per fare la guerra. E qui ci fermiamo per non confondere troppo le idee dei lettori.
Se la guerra è inevitabile, perché portato di determinismi metapolitici, quale dovrebbe essere l’atteggiamento dell’Occidente? Di prepararsi adeguatamente a combatterla. E invece da Marte, cosa si vede? Che l’Occidente non vuole prepararsi. Risulta diviso, e di conseguenza non può neppure provocare divisioni nel campo nemico. Quindi, per ora, da una parte regna la divisione dall’altra compatezza.
Certo, in Occidente, si è liberi di pensare, che qualche evento straordinario ( la morte di un leader, una calamità naturale, una seconda venuta di Cristo), scompaginerà le file nemiche. Ma, pur essendo giusto, come riteneva anche Machiavelli, contare sulla fortuna, si deve considerare che la fortuna (nonché la sfortuna) rappresenta solo una parte della faccenda, l’altra è regolata dai meccanismi metapolitici appena ricordati.
Perciò, come osserva il mio amico professor Molina, si deve puntare, nel nome dell’ “immaginazione del disastro” (cioè della precisa percezione-visione del nemico orientale mentre ci attacca con l’intenzione di distruggerci), sull’ idea di inevitabilità della guerra e sulla persistenza delle regolarità metapolitiche.
Quanto alla pace, è cosa risaputa, che il prepararsi alla guerra, può contribuire a prolungare la pace, diciamo a rinviarla, non per sempre ma per periodi anche lunghi.
Pertanto, riassumendo, da Marte cosa si scorge? Che l’Occidente sta
lavorando alla sua sconfitta. E che i prossimi secoli (ci teniamo larghi) potrebbero vedere l’orientalizzazione dell’Occidente. E
non pacifica. Quindi cattive notizie da Marte.
Certo non è ancora detta l’ultima parola, però le linee di tendenza, metapolitica, sono quelle che abbiamo descritto. E vorremo che il lettore ne conservasse memoria.
Carlo Gambescia
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