Trumbo e Trump, così lontani così vicini…
L’altra
sera ho visto in tv il film di
Jay Roach su Dalton Trumbo. Una
bella pellicola, tecnicamente ben fatta, bravi attori, eccetera. Proprio secondo
le migliori tradizioni hollywoodiane. Le
stesse tradizioni, per così dire, che
condannarono all’esilio in patria (e a un anno di prigione) un bravissimo sceneggiatore e scrittore che faceva entrare nelle tasche dei grandi
produttori fiumi di dollari.
Trumbo,
era iscritto al lillipuziano partito
comunista americano, e cadde vittima, con altri nove colleghi, dell'incubazione maccartista, e più in generale del durissimo clima di scontro ideologico della Guerra Fredda (che
allora era anche "Calda", perché gli Stati Uniti stavano combattendo in Corea).
Negli
anni Sessanta-Settanta, sulla scia dello spostamento a sinistra della cultura
politica americana, Trumbo venne in qualche misura "riabilitato". Attenzione, non tanto come comunista quanto
come vittima di persecuzioni inconcepibili in paese che si vantava (e vanta) di essere liberale.
Queste oscillazioni vanno al di là del caso Trumbo e spingono a fare qualche riflessione.
La storia degli Stati Uniti nel Novecento non è nuova alle persecuzioni politiche. Negli anni Venti gli Stati Uniti si spostarono a destra: si temevano gli effetti tentacolari della Rivoluzione russa. E Sacco e Vanzetti, tra gli altri, pagarono per tutti il debutto ufficiale dell'isteria da "Red Scare". Negli anni Trenta e parte dei Quaranta con Roosevelt l'America tornò di
nuovo a sinistra, per poi volgersi a destra fino a quasi
tutti gli anni Cinquanta. Trumbo fu
stritolato da questa svolta. In pratica, dalla seconda puntata del "dagli al rosso". Però, come detto, negli anni Sessanta-Settanta, gli Usa si spostarono di nuovo a sinistra. Dopo di che negli anni Ottanta esplose il fenomeno Reagan
(con l' appendice di Bush padre) e così via, passando per ricadute politiche a
sinistra (Clinton), a destra (Bush figlio), ancora a sinistra (Obama), per giungere infine a Trump,
che, politicamente parlando, non è di
destra né di sinistra, come ogni buon aspirante dittatore.
Trump e Trumbo. I due “Trum” sicuramente
non si sarebbero capiti. Troppo diversi: il primo un comunista, il secondo un criptofascista. Eppure diversi fino a un certo punto. Forse intendo dire che sono due prodotti standard del liberalismo americano? No. La spiegazione è ancora più sottile.
Sebbene con ruoli e destini molto diversi rappresentano invece tutti e due il modo peggiore di fare politica negli Stati Uniti. Trumbo simbolizza il momento dell’idealismo autolesionista (ma come si può essere comunisti negli Stati Uniti? Citofonare a Sombart), Trump, quello del materialismo basta-che-funzioni (ma come si può ridurre la politica al prato ben curato davanti casa? Citofonare a Veblen ).
Sebbene con ruoli e destini molto diversi rappresentano invece tutti e due il modo peggiore di fare politica negli Stati Uniti. Trumbo simbolizza il momento dell’idealismo autolesionista (ma come si può essere comunisti negli Stati Uniti? Citofonare a Sombart), Trump, quello del materialismo basta-che-funzioni (ma come si può ridurre la politica al prato ben curato davanti casa? Citofonare a Veblen ).
Ovviamente,
Trumbo era una povera rotellina, Trump invece è alla guida della macchina. Il
primo era coraggioso fino alla
temerarietà, il secondo un politico per caso, che, vigliaccamente, scarica tutto sui collaboratori.
Eppure sono
entrambi testimonial, per così dire, di un modo sbagliato di fare politica. Che
cosa voglio dire? Che siamo dinanzi alla classica politica che tira fuori il peggio dalla pancia dell’ avversario, il quale a sua volta rilancia, per poi
subire il rilancio dell’altro, e così via, secondo un meccanismo a spirale, dalle grandi potenzialità autodistruttive.
Certo, fatte
le debite proporzioni, simbolicamente, l’avversario di
Trumbo era McCarthy, un personaggio patetico e pericoloso al tempo stesso. Quello
di Trump, pare sia, realmente, Sanders, altrettanto patetico e pericoloso.
Morale della storia? Una
politica che si allunga come un elastico, tra il patetico e il pericoloso,
rischia sempre di spezzarsi. Insomma,
Trumbo e Trump, così lontani, eppure così vicini… Per fare l'America più grande? No, più piccola...
Carlo Gambescia