distruttivi" di
oggi
“Moralizzatori
distruttivi”: l’espressione è del Presidente Napolitano. E merita un
approfondimento.
Charles Maurras, da
nemico della democrazia dei moderni finito nelle braccia di
Hitler, riteneva che le assemblee parlamentari fossero
"costitutivamente corrotte". A suo avviso, infatti,
deputati e senatori, una volta privati di qualsiasi aristocratico senso
dell’onore - abolito per l' appunto dalla democrazia - non
potevano non vendersi al miglior offerente.
È ciò che, fatte le
debite proporzioni, sostiene oggi il partito dei "moralizzatori
distruttivi", per i quali l’unico rimedio contro la corruzione
sarebbe, non un dittatore spietato, ma la gigantesca lente di
ingrandimento del fisco e della magistratura inquirente. Diciamo
che se Maurras peccava per eccesso di pessimismo, i moralizzatori di oggi
commettono l’errore opposto, sono troppo ottimisti. Perché?
In realtà, sulla
questione dell’onore, mutuata per certi versi da Montesquieu, Maurras
non aveva tutti i torti. Il vero problema delle democrazie
rappresentative moderne resta tuttora quello di come formare e
motivare eticamente funzionari pubblici e parlamentari. Dal momento che quando
latita il senso dell’onore, come orgoglio per i doveri svolti verso la comunità
che si rappresenta, finiscono sempre per prevalere altri valori, spesso
negativi.
Purtroppo, il senso
dell’onore lo si coltiva generazionalmente attraverso il culto
delle istituzioni e dell’orgoglio di appartenere ad esse (Durkheim docet).
Se tutto questo manca, per precise ragioni storiche, non c’è fisco occhiuto e
magistratura inflessibile che tengano…
Pertanto, il
Presidente Napolitano non sbaglia. Infatti, una
moralizzazione, puramente repressiva, rischia solo di privilegiare la
“paura”. Che come insegnava Montesquieu è la madre
di tutte le tirannie. Il che spiega, perché il "moralizzatore
distruttivo" Maurras, alla fine, pericolosamente esasperato dall'assenza
"di spina dorsale" dei politici francesi, scelse
l'abbraccio mortale di Hitler. Perciò "moralizzatori
distruttivi" , di oggi, attenti a quel che fate.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento