In cerca di un nemico
Grillo, Bersani,
Berlusconi, Monti e Carl Schmitt
Sulla retromarcia
del Governo a proposito del ritorno dei marò in India è inutile qualsiasi commento.
Perché sarebbe come sparare sull’ambulanza della Croce Rossa… Quel che
invece ci preoccupa veramente in questi i giorni
- e il lettore se ne sarà accorto - è la questione
della nascita del nuovo governo. La cui soluzione
richiederebbe un senso di responsabilità morale che sembra invece latitare in
tutte le forze politiche. Berlusconi, teme, per non finire in prigione, di fare
un passo indietro. La Lega ,
sorniona, preferisce rimanere alla finestra. Bersani, sostenuto da
Vendola, si ostina nell’inseguire un interlocutore politico - il M5s -
che di alleanze non ne vuole assolutamente sapere. Grillo (e Casaleggio)
giocano al tanto peggio tanto meglio. Infine, su Lista Civica, puro
e semplice cartello di interessi elettorali, neppure facilmente governabili,
è meglio stendere il classico velo pietoso.
Tuttavia, dal punto
vista strettamente politico ( e non morale), così ben
teorizzato a suo tempo da Carl Schmitt, va fatta
un’osservazione dirimente: mentre Grillo ha individuato perfettamente il
"nemico" e tiene il suo partito in pugno, le altre forze politiche
sono divise proprio sul nome dell'avversario principale. In pratica,
girano a vuoto intorno al castello di carta dei veti incrociati.
Perciò il M5s, per
dirla in gergo sportivo, mostra di possedere una marcia in più. E buone
possibilità, in caso di elezioni "anticipatissime", di
accrescere i consensi. Soprattutto se non verrà cambiata le legge
elettorale in senso maggioritario a doppio turno (come alcuni
consigliano). Quindi andare al voto con il
porcellum sarebbe un suicidio per tutti i partiti, ma non per
quello di Grillo.
Che poi il
plusvalore politico di Cinquestelle possa favorire la soluzione dei problemi
italiani è pura questione di opinione politica. E perciò, come si scriveva
ieri, di calici giudicati per metà pieni o vuoti.
Carlo Gambescia
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