Cara donna Mestizia,
la grande marcia
della distruzione è appena cominciata. La mente può negare tutto, e tutto sarà
negato. Si dovrà testimoniare sul rogo che due più due fa quattro. Si dovranno
spianare i fucili per provare che d’estate, le foglie sono verdi. Dovremo
difendere all’arma bianca l’incredibile, normale vita umana, e qualcosa di
ancora più incredibile e normale: l’inverosimile, immenso universo che ci fissa
in volto. Combatteremo per i miracoli visibili come un tempo si combatteva per
gli invisibili. Di noi si dirà: hanno visto, eppure hanno creduto.
GKC1905
Car* GKC1905,
mi mobilita un
registro retorico così elevato per una leggina del Parlamento francese? Tanto
rumore per tanto poco? Uomo, donna, maschio, femmina, che sarà mai…c’est une
petite différence, n’est-ce pas? Quanto alla vita umana che sembra preoccuparla
tanto, vedrà : ci penseranno i nostri domestici. I filippini, ad esempio,
affidabili e di aggraziata presenza: e per di più, molto cattolici e dunque
incentivati a riprodurla. Sinora si sono limitati a riprodurre vite a bassa
aliquota fiscale, ma con un piccolo fuoribusta, vedrà: saranno ben lieti di
riprodurre anche la vita a reddito imponibile più elevato. E visto che Lei
insiste tanto sul realismo gnoseologico, mi consenta un suggerimento
realistico: faccia buon viso a cattivo gioco. Altrimenti, di Lei si dirà: ha
visto da che parte tirava il vento, e non ha saputo girare la vela.
* * *
Gentile, ma non poi
tanto, “donna Mestizia”,
il nom de plume da
Lei scelto, “donna Mestizia”, è discriminatorio e offensivo per svariate,
maggioritarie minoranze. Anzitutto, per le donne in quanto donne: firmare una
rubrica di posta del cuore come “donna”, per di più “mesta” e dunque
tristemente sottomessa, inchioda le donne al ruolo di melense custodi/kapò
degli ipocriti sentimentalismi e del familismo amorale tipicamente italiota, di
angeli al Prozac del focolare carcerario a cui il maschilismo femminicida le
condanna. Poi, per gli omosessuali e i transgender: evidenziare, fin dalla
scelta dello pseudonimo “donna”, la determinazione biologica che casualmente
L’ha fatta nascere femmina, implica assegnare alla natura un valore positivo,
mentre la scienza più avanzata ha chiarito come ad avere valore etico, politico
e culturale sia il solo orientamento di genere liberamente scelto dalla
persona. Last but not least, per gli scrittori non-pubblicanti: diffondere i
propri scritti con recidiva cadenza settimanale sul blog di Carlo
Gambescia, notabile liberalconservatore e cattolico oscurantista
internazionalmente noto per non dire famigerato, per poi firmarsi
impudentemente donna “Mestizia”, implica: a) sbandierare la propria arrogante
incontentabilità nonostante la fama conseguita e i relativi, si presume
cospicui, emolumenti, forsanche corrisposti in nero (abbiamo provveduto a
segnalare il caso all’Agenzia delle Entrate) b) stendere una cortina di
silenzio omertoso sulle potenti raccomandazioni o sui legami di parentela (o
peggio) che Le hanno garantito l’accesso a una pubblica tribuna. Lei pertanto,
con la Sua
insolente esistenza e la Sua
petulante grafomania, discrimina e offende tutti gli scrittori non-pubblicanti
che, ben più meritevoli ma meno intriganti, massonici e amorali di Lei,
languiscono nelle “oubliettes” della Rete. A Lei trarre le conclusioni di
questa analisi spassionata. In ogni caso, stia certa che non finisce qui.
V. Iperetta 2013
Gentile V. Iperetta
2013,
La ringrazio degli
spunti di riflessione che premurosamente mi ha proposto, ma temo che Lei sia incors*
in un equivoco. E’ universalmente noto il mio indefettibile sostegno alle cause
dei diritti civili, del progresso, della scienza, e degli scrittori
diversamente pubblicanti. La invito a scrivermi in privato, specificandomi una
ONG o un’associazione di volontariato di Suo gradimento alla quale testimoniare
concretamente il mio appoggio. Non dimentichi di indicare chiaramente il codice
IBAN.
Roberto Buffagni è
un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista, musiche di
Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli.
Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del
Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...
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