La posta di donna
Mestizia
(di Roberto
Buffagni)
Cara donna Mestizia,
*perché questa
inutile, arretrata querelle sui figli di coppie omosessuali? E’ la cosa più semplice
del mondo. Io per esempio ho spiegato alla mia primogenita A***, nata nel 2006 in California, che per
metterla al mondo sono stati necessari un seme, un ovetto e una pancia. Il papà
aveva solo il seme, l’ovulo lo ha donato una donna e un’altra, C***, ha fatto
crescere in pancia prima A*** e, nel 2008, il suo fratellino B***. La madre
surrogata C*** ha fatto anche da testimone di nozze a me e a mio marito.
Veniamo chiamati entrambi “papà”, o Papacco e Patò. Per adesso nessuno chiede
dov’è la mamma. Quando sarà il momento, rintracceremo la donatrice.
Papacco 2013
Caro Papacco 2013,
mi permetta di
congratularmi con Lei e con la Sua
molteplice famiglia. Tutti lamentano che nella nostra società la figura paterna
si indebolisce fino a dileguarsi, con gravi conseguenze sull’equilibrio dei
bambini. Fortunati i Suoi figli, che di padri ne hanno addirittura due!
* * *
Cara donna Mestizia,
cos’ha in mente ‘sto
patacca? Cos’altro vuole? Lo abbiamo fatto senatore a vita, gli abbiamo
regalato il governo, gli abbiamo votato tutto quello che voleva, lo abbiamo
incensato, servito e riverito; e lui, invece di tornare nel suo frigo ad
aspettare buono buono che una volta vinte le elezioni, lo chiamassimo a fare il
Superministro dell’Economia, non solo si presenta con una lista sua, ma
continua a dire in giro che destra e sinistra non esistono! Bè, ma scherziamo?
Se la sinistra non esiste, cosa gli andiamo a dire ai nostri ragazzi, che sono
dei figli di N.N.?
Babbo Ansioso
Caro Babbo Ansioso,
La invito a leggere
attentamente la lettera precedente, a firma “Papocco 2013” , nella quale si espone
un caso felice di fecondazione eterologa. Le analogie con il Suo caso saltano
agli occhi, e dovrebbero tranquillizzarLa. Come il governo uscente, anche il
prossimo sarà concepito all’estero e avrà due padri, Lei e il personaggio che
Lei, in un momento di irritazione, designa con il termine di “patacca”. Suvvia!
Invece di turbare la serenità dei Suoi ragazzi e in generale degli elettori
italiani con questi spiacevoli contrasti domestici, perché non fate pace e non
cominciate a farVi chiamare anche Voi con i simpatici, teneri vezzeggiativi di
“Papacco” e “Patò”? Quanto ai Suoi ragazzi, mi permetta un consiglio. Finché
non Vi chiedono dove sia la mamma dei Vostri governi, non impensieriteli con
premature delucidazioni. Quando verrà il momento, potrete sempre rintracciare
la donatrice dell’ovulo, e invitarla a casa, magari in visita di Stato, per una
bella pizza insieme alla madre surrogata. Al giorno d’oggi, che ci vuole a
prendere un volo da Washington o da Berlino?
* * *
Cara donna Mestizia,
svaporata l’euforia
per la mia eccezionale interpretazione televisiva dell’altra sera, nella quale
ho ridotto in briciole due dei miei più accaniti avversari e mi sono confermato
un’inarrivabile star, mi è sorto un dubbio angoscioso. E se niente niente
vincessi sul serio le elezioni? Sa, il pubblico è come i dodicenni, si
immedesima, si emoziona, si mette a fischiare il cattivo e ad applaudire il
buono… Con tutti i problemi che ho, ci mancherebbe solo questa.
Una vita per il
teatro
Caro Una vita per il
teatro,
sono i pericoli
della democrazia. Ma stia tranquillo: è proprio per sventarli che esistono i
media e la magistratura.
Roberto Buffagni è
un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista, musiche di
Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli.
Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del
Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...
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