Alessandro Campi: da Tarchi a Monti, passando per
Fini ?
Monti "è salito" in politica e Alessandro
Campi forse si appresta a salire sul carro (senatoriale?) di
Monti... Ennesima giravolta? Chissà... Ecco come il politologo perugino
ha "interpretato" l'endorsement della Chiesa:
Ma nella scelta a suo favore [di Monti da parte della Chiesa] sembra esserci, con ogni evidenza, anche un fattore d’ordine storico-culturale. Il fatto è che nella sua lotta contro la secolarizzazione e un modello di società improntato al relativismo dei valori e al soggettivismo più radicale, che è poi il cuore del magistero morale-intellettuale di Ratzinger,la Chiesa
ha scoperto di non avere più alleati secolari o esponenti della politica laica
in grado di condividerne le battaglie.
Ma nella scelta a suo favore [di Monti da parte della Chiesa] sembra esserci, con ogni evidenza, anche un fattore d’ordine storico-culturale. Il fatto è che nella sua lotta contro la secolarizzazione e un modello di società improntato al relativismo dei valori e al soggettivismo più radicale, che è poi il cuore del magistero morale-intellettuale di Ratzinger,
Non li ha a sinistra. Se i progressisti del Pd coltivano un
modello di “cattolico adulto” che tende a risolversi in una forma di moralismo
intransigente applicato tuttavia alla lotta politica e non alla questione
antropologica o alla battaglia sui valori, la sinistra radicale di Vendola (che
nei futuri equilibri di governo potrebbe diventare a dir poco condizionante)
persegue la mistica dei diritti civili declinati in chiave individualistica e
del matrimonio omosessuale ha ormai fatto una frontiera del progresso civile.
Ma non li ha nemmeno a destra. La Lega , già celtica e pagana,
si è scoperta cattolica e tradizionalista solo in funzione anti-islamica, così
come gli “atei devoti” hanno utilizzato a suo tempo la Chiesa per la loro guerra
al terrorismo in chiave occidentalista. La destra post-fascista per anni è
stata guidata da un leader apertamente laicista e ateo (e questo spiega certe
attuali resistenze nei confronti di Fini all’interno del progetto centrista che
si sta aggregando intorno a Monti). Quanto a Berlusconi, a dispetto della zia
suora e dello studio giovanile dai salesiani, non è mai riuscito a reprimere la
sua vena libertina e a superare la sua sostanziale indifferenza ai temi etici.
Da qui la scelta odierna di Monti come una sorta di ultima
spiaggia per una Chiesa che appare sempre più perdente sul terreno degli
insegnamenti morali e incapace, non di far sentire la sua voce nel dibattito
pubblico, cosa che in democrazia a nessuno è negata, quanto di influenzare
comportamenti e stili di vita collettivi secondo i suoi valori storici. Da qui
l’apertura di credito verso l’unico uomo politico che in questa fase storica,
grazie all’autorevolezza che lo circonda e al credito che ha saputo
conquistarsi anche internazionalmente, appare capace non di riunificare
politicamente i cattolici, una prospettiva ormai superata e oggettivamente al
di là delle sue forze, quanto di offrire nuovamente una sponda
politico-istituzionale significativa alle battaglie culturali della Chiesa. Che
più che l’ostilità verso i suoi insegnamenti ha dovuto soffrire, in tutti
questi anni, l’indifferenza riservata alle sue prese di posizione in primis
proprio dal mondo politico.
http://www.istitutodipolitica.it/wordpress/2012/12/29/perche-il-vaticano-sostiene-apertamente-monti/
Si noti l'abilità di
Campi (altro che Lanna...) nel ricondurre, all'interno
di una esposizione ben articolata, le
resistenze di Monti a Fini - spalmate astutamente
sul "progetto centrista" - a scelte di tipo
religioso, lasciando perciò da parte le questioni
deontologiche sollevate, in primis dal Premier... Tradotto:
non si sa mai, meglio non inimicarsi del tutto
Gianfry... Naturalmente quel che spicca e insospettisce
è il peana in onore di Monti... Che si potrebbe
interpretare - manca meno di un mese alla chiusura delle
liste - come disponibilità a una candidatura,
magari al Senato, con i professori dell' Agenda per
l'Italia. Del resto una "spolverata" di storia
della dottrine politiche sul ragù economico preparato nelle cucine della
Bocconi potrebbe anche starci...
Insomma, siamo davanti al classico "Io sono
qui!" pre-elettorale dell'intellettuale morso dalla velenosa tarantola
dell'ambizione politica? Campi, da Tarchi a Monti?
Dalle "nuove sintesi" alle "vecchie sintesi", dopo
essere passato per le zero sintesi di Fini? Chissà... Certo,
se così fosse, sarebbe veramente
triste.
Carlo Gambescia
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