Le liberalizzazioni di Monti
Pagherà il consumatore…
Monti ritorna alla carica con le liberalizzazioni. Il che suona come una
presa in giro... Si legge di "taxi, farmaci, ordini professionali,
soprattutto servizi pubblici e trasporti locali, strade, servizi postali e
energia, a partire dal gas e dalla benzina". Ecco i settori che potrebbero
essere "aperti alla concorrenza" nelle prossime settimane. Si parla,
infatti, di un provvedimento governativo entro metà gennaio.
Queste misure rilanceranno un’ economia già entrata in recessione? No. E per
due ragioni.
In primo luogo, perché il liberismo “applicato”, visto che si parla sempre (e
tanto) di "aprire alla concorrenza", dovrebbe prima riguardare le
condizioni generali della concorrenza stessa; come dire: ex ante. E quindi la
necessità di cominciare dall’alto, ad esempio dalle grandi banche e non dai
tassisti… Ma con un banchiere al Ministero dell’Economia sarà molto difficile.
In secondo luogo, ed è la ragione più importante, perché le liberalizzazioni
varate negli ultimi venti anni hanno solo prodotto ciclopici aumenti di prezzi
e tariffe, come ha dimostrato la recente indagine dell’Ufficio Studi CGIA di
Mestre (*), peraltro ignorata dai media, di cui pubblichiamo l’interessante tabella
riassuntiva.
Insomma, liberalizzare, in un contesto, come quello italiano, dove la
concorrenza non esiste, significa favorire automaticamente i cosiddetti poteri
forti dell’economia. Poteri, sui quali si dovrebbe invece intervenire ex ante,
puntando sull' introduzione di una seria legge antimonopolistica (*), capace di
colpire i "pesci grossi". Dal momento che le liberalizzazioni ex post
rivolte a colpire i soli "pesci piccoli", si traducono in pesanti
aumenti ai danni dei consumatori... Ma quale crescita! Ma quale "Fase
2"! Monti ci sta prendendo in giro. E Napolitano con lui.
Carlo Gambescia
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