Wikipedia
I nipotini di Goebbels
di Carlo Gambescia
Purtroppo,
stiamo scivolando verso un mondo, dove la differenza tra verità e falsità rischia veramente di non esistere più. E di sparire in nome di uno pseudo-diritto
all’informazione, sempre più somigliante al diritto divino medievale. A causa del quale salivano però sul trono
anche i re fannulloni, solo
perché unti dal Signore.
Leggere
per credere. Ecco un passo, molto
significativo, del comunicato di Wikipedia Italia,
apparso ieri sull’omonimo sito al
posto delle solite pagine
enciclopediche. (http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011
). E con una finalità precisa: contestare
l’obbligo al diritto
di rettifica, giustamente esteso anche a
siti informatici e blog dal Disegno di
Legge sulle Intercettazioni:
« Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle
abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale,
gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e
gratuita. Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà
e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi
dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni. Tale proposta di riforma
legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni,
prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare,
entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi
contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo,
la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un
Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si
presume danneggiato. Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da
un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto
probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto —
indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere
l'introduzione di una “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti
contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti».
Come per l’imperscrutabile diritto divino cui abbiamo accennato, anche il comunicato, è firmato, da una entità
impenetrabile: «Gli utenti di
Wikipedia». Qual è il succo? Io posso scrivere quel che voglio, mettendo
tra parentesi, proprio in senso letterale, l’assenza di fonti verificabili (come in non
poche voci di Wikipedia), tu, il «soggetto che si presume danneggiato» devi
subire, salvo rivolgerti a un giudice, sperando che faccia giustizia. Nel frattempo
- molto tempo, vista la durata media dei processi in Italia -
tutti potranno leggere, rileggere, ripetere e diffondere
quel che è stato scritto di non veritiero sul tuo conto.
Un certo signor
Goebbels, morto suicida a Berlino nel 1945, sosteneva nei suoi Diari
che nelle propaganda, grazie alla ripetizione, tutto diventa possibile…
Ognuno,
evidentemente, ha i maestri che si merita.
Carlo Gambescia
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