Casini
Un "moderato perbene"…
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Maliziosamente, si potrebbe sostenere che ognuno ha i nemici che si
merita. Napoleone, ebbe William Pitt il giovane, Berlusconi, Pier Ferdinando
Casini. Diciamo, nemico interno o quasi. Perché Pierferdy dichiara a ogni piè
sospinto di rappresentare i "moderati perbene", mentre il Cavaliere
quelli "permale"…
Ora, Berlusconi, avrà pure i suoi problemi giudiziari e le relative carenze di
vitamina S (Senso dello Stato), ma pure Casini non scherza. Soprattutto quando
apre bocca rischia sempre di farsi del male da solo. Il fatto poi che la stampa
di centrosinistra, nonostante le stupidaggini, continui a vezzeggiarlo, come è
accaduto con Fini, può essere spiegato facilmente: le coccole mediatiche
dipendono dal trend, per ora in rialzo, delle trame parlamentari per far cadere
il Governo.
Dicevamo che Casini si fa del male da solo. Ecco quel che ha dichiarato al
“Messaggero”, (http://www.pierferdinandocasini.it/2011/09/07/siamo-sullorlo-del-baratro-serve-uno-sforzo-nazionale/
), tra l’altro giornale di famiglia, Pierferdy è il genero dell’editore: « Sono
convinto che bisogna parlare chiaro per dire che, in una fase drammatica del
mondo, il Paese continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità. È per
questo che oggi tutti dobbiamo fare sacrifici. Quando si dicono queste cose, la
reazione di solito è: ma i sacrifici li devono fare i ricchi, li deve fare la
politica, noi non ce la facciamo ad arrivare a fine mese. La risposta è:
purtroppo tutti, al loro livello e proporzionalmente, vivono al di sopra delle
possibilità del nostro Paese».
Capito? Uno che guadagna mille euro al mese (grosso modo, 20 milioni di
italiani) vivrebbe al di sopra delle possibilità? Ma Casini, lui, dove vive? E
soprattutto come vive? Conosce il prezzo di un chilo di carne o di pane? Oggi
anche un litro di latte costa caro. “Proporzionalmente” caro - e qui è giusto
dirlo - rispetto ai mille euro di stipendio o pensione.
Altra perla: «Un bambino che nasce oggi ha fortunatamente una aspettativa di
vita di 90 anni: bene, non è possibile che per 40 lavori e per gli altri 50 lo
mantenga lo Stato». Morale: Pierferdy auspica che gli italiani lavorino almeno
per 70 anni.
A parte che, attualmente, la durata media della vita degli italiani è intorno
agli 80 anni, qui è il principio che non convince: allora se l’aspettativa di
vita fosse di 180 anni, si dovrebbe lavorare per 140. Meglio morire da piccoli…
Abbiamo ricordato solo due perle di un’intervista in puro stile scudocrociato,
magari di terza fila, dove viene contrabbandato come esempio di moderazione
quel campionario di luoghi comuni, a partire dalle liberalizzazioni, che tanto
piace alla gente che piace (tradotto: l’Italia che comanda l’economia). Certo,
il leader dell’Udc, di suo, aggiunge una leccatina a giovani, donne e famiglie.
Ovviamente, senza alcuna precisazione su dove prendere i soldi per gli
investimenti sociali… Tanto che importa… Casini è un "moderato
perbene"…
Carlo Gambescia
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