Europa dove sei?
Quando Maroni ha ragione
Chi ci segue sa che non abbiamo mai
risparmiato critiche alla Lega. Però questa volta Maroni ha ragione. Ma lasciamo
la parola al ministro leghista:
«Oggi il messaggio è "Cara Italia, devi
fare da sola"», dice il ministro dell’Interno, in piedi davanti alla
telecamere nel cortile del palazzo del Consiglio, con le braccia che si aprono
e sottolineano la delusione. I colleghi europei gli hanno rifiutato la proposta
di ridistribuire tutti i migranti, clandestini compresi, fra i Paesi
dell’Unione. Non c’è base giuridica e poi sarebbe un segnale che alimenterebbe
il flusso, hanno spiegato. Inutile. «Mi chiedo se davvero abbia un senso
continuare a far parte dell’Ue - lamenta il leghista -. Ci hanno lasciati
soli». Poi aggiunge: «Meglio soli che male accompagnati».(http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397495/ )
Ovviamente, l’Italia da sola non andrebbe da
nessuna parte… Perciò uscire dall’Europa rimane nel dominio della pura
fantascienza... Tuttavia il malessere, così ben espresso da Maroni, resta
un'importante spia rossa, non solo dell’incapacità europea di affrontare
civilmente e razionalmente la questione immigrazione, ma di far fronte, e in
modo unitario, a questioni diverse da quelle di tipo finanziario. Detto
altrimenti: qui si pone una questione di principio che va al di là delle pure
cifre. Esiste o no una comune volontà europea? Ecco il punto.
E' anche vero che i processi storici, di
regola, vanno oltre gli stessi desideri dell’uomo. E in un mondo diviso in
grandi blocchi geopolitici, l’unificazione europea rimane un bene in sé. Che, a
lunga scadenza - forse molto lunga -, non potrà non essere positivo. E sul
punto ha ragione Napolitano, non per niente ex comunista, e perciò munito di
una solida filosofia della storia.
Certo, non è facile nei momenti di solitudine
politica, come appunto ricorda Maroni, dispensare ottimismo. Comunque sia,
stringiamo i denti e andiamo avanti. E cerchiamo, soprattutto, di accogliere
dignitosamente chi ci chiede aiuto, senza per questo ignorare gli interessi
legittimi degli italiani. Non comportiamoci, insomma, come la vile e disunita
Europa dei burocrati e della finanza.
Ripetiamo, non è facile, ma la politica,
talvolta, contrariamente a quanto si sostiene, rivela, e in modo luminoso, di
essere l’arte dell’impossibile.
Carlo Gambescia
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