Draghi, il ventriloquo dei
mercati?
Prevedibili, ma sempre schierate, e dalla parte dei potenti. Ecco il tenore delle ultime dichiarazioni di Draghi, possibile Presidente della Bce (1). Ora, che l’Italia non cresca non è una novità. Che il pareggio del bilancio sia ancora lontano lo sanno anche i bambini. Che le liberalizzazioni, dopo l’escalation degli anni Novanta, siano ferme al palo, è un altro dato di fatto. Stesso discorso per gli scarsi investimenti nelle infrastrutture, nonché per gli appalti assegnati agli amici degli amici.
Banalità neo-liberiste condite, quanto basta, con un pizzico di moralismo
spicciolo da CdA. Draghi è il ventriloquo dei mercati, o meglio della parte
peggiore dei mercati: quella che vuole diventare ricca, a scapito dei comuni
cittadini che vivono di lavoro e stipendio (2)
Ci spieghiamo meglio.
Se non crescono stipendi e salari, fermi da un decennio, la domanda non può a
sua volta crescere. E senza crescita della domanda l’economia non può non rallentare.
Le politiche dell’offerta ( privatizzazioni e bilanci all'osso) non possono
bastare. Servono investimenti nelle infrastrutture. Qui Draghi ha ragione, ma a
metà. Perché il privato, quando compra un bene pubblico, prima taglia i rami i
secchi, poi, se trova i soldi (magari graziosamente prestati da qualche cordata
bancaria amica...), investe. Ma dove? Nel lavoro flessibile ed esternalizzato
(gentilmente favorito dai vari governi di destra e sinistra...). Quindi le
liberalizzazioni non producono posti di lavoro e non influiscono sulla crescita
della domanda. Servirebbero investimenti pubblici. Ma come favorirli, con una
spesa pubblica che non può crescere o che addirittura deve essere tagliata?
Carlo Gambescia
.
(1) Si
legga qui: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/04/28/visualizza_new.html_896062758.html
(2) Per
un profilo del personaggio si rinvia a : http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.it/2005/12/mario-draghi-nuovo-governatore-della.html
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