Il caso della sospensione di Christian Raimo ispira una riflessione che desideriamo condividere con i lettori.
Si tratta di un docente di estrema sinistra, sicuramente non un riformista. Candidato da AVS alle scorse europee, ma non eletto. Non si capisce bene se i tre mesi di sospensione e decurtazione dello stipendio al 50 per cento siano stati comminati dall’Ufficio Scolastico Regionale (il vecchio Provveditorato) per le ingiurie rivolte al Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara o semplicemente per aver espresso le sue idee, o per entrambe le cose (*).
Ovviamente le idee di Raimo, non sono in sintonia, non solo con quelle di Valditara (leghista), ma con quelle di un governo che professa idee altrettanto radicali, ma di segno contrario, e tra l’altro, non nuvolette di fumo, ma idee in via di realizzazione. Si pensi al perfido trattamento dei migranti, alla dura gestione dell’ordine pubblico, al familismo legislativo, eccetera.
Christian Raimo, oltre che insegnante alle scuole superiori, è scrittore pubblicato da Einaudi, Laterza, Feltrinelli. Quindi una figura pubblica.
A pelle, per così dire, non condividiamo le idee del professore. Citiamo da X. Così, un piccolo assaggio: “La lotta politica sarà tra ecofascismi e movimenti internazionalisti di politica della cura. I prossimi anni saranno solo guerre culturali come distrazione dall’unico vero conflitto, tra chi vuole salvare sé stesso e chi ha a cuore anche la vita del resto del mondo” (**).
Ciò significa che la “guerra culturale”, dovrà essere ? sarà? (ecco la vecchia contraddizione mai risolta a sinistra tra politica delle armi e armi della politica) sostituita da una specie di guerra civile (annunciata?) tra buoni (chi ha a cuore, eccetera) e cattivi (chi vuole salvare solo se stesso).
Di riflesso, tra questi borghesi egoisti verrebbe automaticamente classificato anche il sottoscritto, un liberale, che, pur essendo contrario a qualsiasi forma di autoritarismo, come quello che è alla base del provvedimento preso contro il docente, teme, per usare la terminologia di Raimo, l’ecofascismo come l’ecosocialismo.
Però ecco il punto, la liberal-democrazia si distingue dalle altre forme di regime politico – e per il governo Meloni questa sarebbe una debolezza – per il rifiuto di sospendere un professore solo perché ha espresso idee contrarie a quelle governative.
È vero che Raimo ritiene di essere dalla parte del bene assoluto, come un profeta dell’Antico testamento, ma è altrettanto vero che ufficio regionale, ministero e governo, che in una liberal-democrazia dovrebbero garantire la libertà di espressione, si propongono invece di conculcarla, regolamento statal-sovranista alla mano.
Per capirsi: Raimo è nel suo diritto, Provveditorato, Ministero e Governo no. È un’estremista? Certo, ma lo è a parole. Esercita la sua libertà di espressione. Per contro, la misura punitiva presa contro Raimo, oltre che illiberale, rischia di favorire solo il conformismo da stipendio. Una specie di silenzio degli innocenti, da parte degli altri insegnanti, costretti a tacere per paura di perdere il posto, o comunque stimolati a cedere alla dolce violenza del quieto vivere. E come noto, chi tace acconsente.
Entro certi limiti però. Qui emerge la stupidità del fascista, vecchio e nuovo. Un somaro, cresciuto a chiacchiere e distintivo, che non conosce neppure la storia del fascismo. Mussolini, con tutto il suo apparato repressivo, come testimoniano numerose biografie di intellettuali, allora studenti, non riuscì mai a bloccare del tutto la libera circolazione del pensiero nelle aule scolastiche e universitarie. Pertanto chiudere la bocca a un professore, oltre che illiberale, è stupido e anti-storico. Il silenzio degli innocenti non è assoluto né eterno.
Alcuni penseranno che qualche studente di Raimo potrebbe passare all’atto, come purtroppo già accaduto in altri tempi, di piombo. In effetti il rischio esiste. L’estremismo, anche verbale, in particolari circostanze, può essere contagioso fino a giustificare il lancio della prima pietra. Però, dal momento che viviamo in un mondo imperfetto, in cui si corrono dei rischi, è sempre preferibile l’estremista in cattedra al conformismo da stipendio.
Purtroppo, Giorgia Meloni, ministri e zelanti provveditori, non sono in grado di comprendere queste cose. Il credo è sempre quello: libro e moschetto. Perciò ora si arroccheranno su posizioni pseudo-legalitarie, provocando reazioni altrettanto dure a sinistra. Si spera, invece legalitarie.
Stando così le cose, corre l’obbligo di porsi una domanda: chi favorisce il possibile passaggio all’atto, il professor Raimo o il Ministero?
Carlo Gambescia
(*) Qui la sintesi ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/11/07/raimo-sospeso-per-3-mesi-dalla-scuola-disse-valditara-cialtrone_00eded54-ad50-4c37-8fe7-93a5bf946fcb.html .
(*) Qui: https://x.com/christianraimo/status/1853138998232744009 .
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