martedì 1 ottobre 2024

Il “liberal-nazista”: portatore (neppure sano) della lebbra fascista

 


Qual è la tesi della destra? La stessa destra che si dichiara liberale? Ma che in realtà non lo è? Quella di Belpietro, Feltri, Sallusti, Sechi, Capezzone e cosi via? Che il voto, in quanto espressione democratica della volontà del popolo, va sempre rispettato. Anche quando il popolo, come in Austria, si pronunci per partiti che proclamano che Hitler ha fatto cose buone. Si veda il titolo di oggi de “La Verità”. Del resto Feltri, penna di punta di questa destra, non ha dichiarato che il Führer, era severo ma giusto?

Diciamo che in apparenza è una tesi ultrademocratica, non liberale. Perché il vero liberale ha altre preoccupazioni. Ad esempio che la “volontà” del popolo possa cancellare la libertà individuale, approvando leggi persecutorie verso l’individuo con la pelle più scura o più chiara, o perché credente o non credente in dio

La volontà del popolo, disgraziato concetto che ha sostituito la volontà di dio (concetto altrettanto deleterio), può perciò essere usato per far passare qualsiasi legge dai contenuti liberticidi. In qualche misura si attribuisce alla "volontà" del  popolo lo stesso potere imperscrutabile della divina provvidenza.

Nella Germania e nell’Austria naziste (dopo l’annessione) giudici e poliziotti, sentenziavano e applicavano leggi antisemite architettate da ministri e giuristi del Führer, carismatico capo votatissimo da popolo tedesco. Fino al 1939 Hitler ricorse alla tecnica plebiscito, proprio per offrire pubblica prova del suo rispetto per la volontà del popolo tedesco. E il popolo tedesco approvava. Solo sulla guerra (poi mondiale) non fu chiamato a votare…

Ora, con questi gravissimi precedenti, come si può parlare di rispetto della volontà del popolo, sempre e comunque?

Di solito, solo per fare un esempio, un “liberal-nazista”, come Belpietro (non troviamo espressione migliore di questa), risponde che è la sinistra per prima a non rispettare la volontà del popolo, perfino nello stile di vita. E qui si pensi al tormentone pseudomoralistico della destra sulla sinistra al caviale.

Che la sinistra dichiari, per parafrasare Luigi XIV, “il popolo sono io”, è vero. Però un vero liberale dovrebbe assumere un atteggiamento critico sia verso il populismo di sinistra come di destra. E invece Belpietro, Feltri, Sechi, Sallusti, Capezzone, eccetera, applicano il balordo principio del due pesi due misure: criticano il populismo di sinistra e celebrano i movimenti politici neonazisti, altrettanto populisti, nascondendosi, dietro il paravento della volontà del popolo.

In realtà la sinistra non è solo comunismo, esistono al suo interno storiche componenti, liberali e riformiste, che non possono essere ignorate o messe sullo stesso piano delle pericolose idee professate dal “radicalismo” di destra e sinistra

Questa inidoneità , del “liberal-nazista”, a cogliere il senso profondo dell’individualismo liberale, che, per farla breve, alimenta una giusta diffidenza verso la capacità di intendere e di volere del popolo, tramuta Belpietro, Feltri, Sechi, Sallusti, Capezzone, eccetera, in portatori, neppure sani, della malattia fascismo. Dal momento che il populismo è un sintomo preciso di questo morbo politico.

Probabilmente, Belpietro e sodali, come tutti i contagiati, non si rendono conto, pensano, a una febbricola e invece hanno il cancro.  O per dire meglio,  la lebbra fascista.

Carlo Gambescia

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