Un Presidente del Consiglio che accoglie un omicida come un eroe ( e tralasciamo il resto), che glissa sul malaffare all’interno del suo stesso partito ( caso Santanchè) e di un partito alleato ( caso Toti), che ha sulla coscienza i sessanta migranti morti dell’Ocean Viking, non può fare lezioni di morale a nessuno.
Eppure le fa. Primo motivo di tristezza.
Come ieri, in collegamento con la convention di Vox. Giorgia Meloni è salita in cattedra per impartire lezioni di morale politica a tutti. Ci dispiace che Milei, anch’egli presente, fisicamente dal palco, che si autodefinisce liberale, anzi libertario, abbia scelto la cattiva compagnia di Santiago Abascal, Marine Le Pen,Viktor Orbán… Che c’entra il liberalismo con questa gente? Il vero liberalismo non è di destra nè di sinistra: non ha bisogno di aggettivi, come abbiamo sempre scritto,
Insomma è in atto una gigantesca truffa politica. che alle prossime elezioni può consegnare l’Europa a un’ estrema destra, che flirta, anche se cerca di non darlo a vedere, con i movimenti parafascisti e neofascisti. Si faccia un giro in Rete: sono tornati a galla i peggiori relitti culturali degli anni Trenta del Novecento. Il brodo è quello, più o meno denso. Gli ingredienti sono gli stessi (tradizione, famiglia, identità) e soprattutto non ha nulla di liberale, a partire dalla sua adorazione dello stato come principale motore di ogni attività politica ed economica. Certo, Giorgia Meloni come si ripete, è pragmatica, eccetera, eccetera. Errore. Non si discuta dei rami, il tronco è quello, come i frutti. Velenosi.
A proposito della famiglia, si noti qui il totale rovesciamento di valori. E anche il disgustoso tono plebeo-fascistoide. Altro che Giorgia Meloni liberale.
“Ci opporremo a chi vuole mettere in discussione la famiglia come pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre le teorie gender nelle scuole, a chi vuole promuovere pratiche disumane come la maternità surrogata. Perché nessuno mi convincerà che si possa chiamare progresso permettere a uomini ricchi di comprare i corpi di donne povere, o di scegliere i loro figli come se fossero prodotti da supermercato ( …). Non è progresso, è oscurantismo, e sono orgoglioso che il Parlamento italiano stia discutendo, su proposta di Fratelli d’Italia, una legge che vuole rendere la maternità surrogata un reato universale, cioè punibile in Italia anche se commessa all’estero” (*).
Si noti invece qui l’arroganza, da richiamo del branco.
“Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, tanto meno adesso. Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato il nostro percorso comune al Parlamento europeo nel 2019. E da allora i nostri percorsi politici sono sempre stati molto simili. Fin dal primo momento hanno cercato di disprezzarci. Hanno cercato di isolarci. Hanno cercato di dividerci. E hanno finito per rafforzarci” (**).
"Quando la storia chiama", roba da balcone di Palazzo Venezia.
Purtroppo in questo clima mefitico le nostre analisi, ridotte al rango di complicatezze intellettuali, rischiano di essere ignorate. La gente comune taglia corto. Vuole risposte semplici e immediate. Non professori - ecco il mantra - capaci solo di confondere le idee.
In particolare coloro che votano e voteranno per questa destra ultraconservatrice, che non ha nulla di liberale, contigua ai movimenti neofascisti, che a suo tempo usciranno alla luce del sole, ragionano ormai come il marito fascista di “Una giornata particolare”, il film di Scola, entusiasta dell’Asse tra Mussolini e Hitler: “Anvedi che fior di alleato ce siamo scerti”. Il trionfo del semplicismo fascista. Una superficialità politica che portò alla catastrofe.
Che malinconia.
Carlo Gambescia
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