Andiamo subito al punto. Il problema non è la discriminazione presunta o meno di Roberto Saviano ma l’idea statalista che un “Commissario del Governo”, straordinario o meno, debba gestire la cultura italiana all’estero, nel caso specifico la Fiera del libro di Berlino 2024, con l’Italia ospite d’onore. Il vero nemico è il giacobinismo culturale. Ci spieghiamo.
A parte i costi non lievi dell’operazione Buchmesse 2024 (*), sono cose che andrebbero gestite direttamente, dagli stessi editori. Ad esempio da una camera di commercio del libro, ovviamente di natura privata, non pubblicistica come in Italia. Si chiama visione liberale.
Che aspetta l’ AIE (Associazione Italiana Editori) a liberarsi del busto di gesso statalista? Cipolletta, suo attuale presidente, fa il liberale ma solo a parole. Vuole la politica industriale come Landini. Dio li fa poi li accoppia.
Sicché si ricorre al “Commissario” con gli spaghetti. Si pensi al famoso sonetto di Trilussa sui fratelli litigiosi in politica: “ ma appena mamma ce dice che so’ cotti gli spaghetti semo tutti d’accordo ner programma”.
Parola – “Commissario” – che risale alla fase giacobina della Rivoluzione francese. Quando i commissari avevano potere di vita e di morte su incarico del Comitato di Salute Pubblica. Perciò il ruolo del commissario, pur cambiando i tempi e i modi, era ed è politico.
Invece politica e cultura, parafrasando un grande statista liberale, sono due parallele che non debbono incontrarsi mai. Quando si incontrano si inverte tutto, perché esiste una geometria della cognizione. Ignorata, con tutte le negative conseguenze del caso, da un strabico giacobinismo di destra come di sinistra. Per capirsi Lenin e Mussolini erano tanto giacobini quanto Robespierre.E da questo corto circuito politico destra e sinistra non sono più uscite. Come per i cani della stessa razza, cambia solo il collare.
Pertanto un commissario di sinistra coopterà scrittori e intellettuali in sintonia, un commissario di destra farà altrettanto, mobilitando intellettuali contigui ideologicamente.
Mazza è di destra. Proviene dal Movimento sociale. Si è formato giornalisticamente al "Secolo d’Italia", con colleghi come Gennaro Malgieri (**). Una contiguità ideologica, lasciando stare tutto il resto, che può spiegare l’invito rivolto a quest’ultimo e l’ automatica esclusione di Saviano, un non sintonico che rompe pure le scatole (secondo la destra).
Sono cose che accadono quando la politica si fa stato, e lo stato si fa cultura. E nomina i commissari. In Italia l’idea del controllo politico della cultura è un’eredità del fascismo, con forti venature comuniste e cattoliche post belliche. Idea totalitaria, come quella dei commissari giacobini.
E qui nasce un altro problema. Per ragioni di scarsità (gli intellettuali della destra meloniana, di ascendenza missina, sono pochi e quei pochi, neppure belli e non ballano), il “Commissario Giacobino” Mazza non ha potuto non allargare, diciamo obtorto collo, anche alla sinistra o comunque a personalità contigue. Prevale così il rosa-nero: ad esempio Dacia Maraini e Pietrangelo Buttafuoco. Una raffinata scrittrice paleo-femminista e un femminaro paleo-nazista…
Però si scorrano gli altri nomi (***). Solo per fare un esempio si noterà subito la grande differenza di qualità tra Gennaro Malgieri e Claudio Magris. Che ne sa Malgieri di cultura mitteleuropea e russa? Ci insegna ciò che ha imparato il giorno prima? Bah…
Inoltre la parte saggistica è quella spiccatamente orientata a destra: Zecchi ( già spengleriano-costanziano), Guerri (dannunziano postmoderno), Campi (cacciatore stagionale di tartufi politologici), Mecacci (autore di un libro revisionista sulla morte di Gentile), Veneziani ( spengleriano di Bisceglie), il citato Malgieri. E così via.
Però ripetiamo, il problema non è quello di fare la conta contrapposta degli esclusi e degli inclusi. Ma di azzerare tutto. Eliminando qualsiasi traccia di giacobinismo, rosso o nero che sia. A cominciare proprio dalla figura del “Commissario”.
Carlo Gambescia
(**) Si veda, tra nostalgie giovanili e nostalgismo politico (però con
la polizza di assicurazione Rai), Mauro Mazza, I ragazzi di via
Milano, Fergen 2006, pp. 105-106 in particolare.
(***) Qui: https://www.giornaledellalibreria.it/news-fiere-e-saloni-italia-ospite-donore-2024-ecco-le-autrici-e-gli-autori-che-il-programma-aie-portera-alla-fiera-del-libro-di-francoforte-6111.html . E qui: https://www.aie.it/Buchmesse2024/ElencoAutoriFrancoforte.aspx?Pag=0&ModId=19570 .
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