Oltre le polemiche sul Mes
L’idea europea?
Solo per pochi…
L’idea
di Europa unita è grande, bella e forte.
Grande
perché l’idea di Europa una ha animato i
grandi spiriti della storia, da Dante a
Erasmo, da Montesquieu a Goethe, da Croce a Einaudi, solo per nominare alcuni
giganti del pensiero, sulle cui spalle oggi siamo abbarbicati, tentando di scrutare l’orizzonte.
Bella
perché rimanda a un’idea di unità nella diversità, che però ha le sue radici
nell’idea di libertà individuale, che rinvia al diritto romano, al
cristianesimo, all’illuminismo, al liberalismo.
Forte,
perché credere veramente nell’unità europea, significa
realizzarla, quindi attribuire all’idea una forza reale, capace di superare
ogni ostacolo, politico, economico, sociale. Certo, non con la violenza, ma con
il ragionamento politico.
Quel
che invece notiamo in questi giorni - si pensi solo alle polemiche lillipuziane
sul Mes rispetto alla grandezza, forza e bellezza dell’idea europea - è il
ritorno, non da oggi certamente, del nazionalismo. Ha cambiato nome, si chiama
sovranismo, si dice teso alla difesa dei valori nazionali, il che però non esclude, cosa che non viene detta da
neoprofeti sovranisti, l’autodifesa, attraverso la guerra preventiva, che, come la storia prova, in realtà è sempre guerra di magnificenza, in nome della gloria, dell’onore, della potenza di imperatori, re, principi, presidenti, per la grandezza dell’impero, della monarchia, dei principato, dello stato, repubblicano o monarchico che sia.
Di regola, politici, filosofi, storici ritengono che le idee siano più buone degli uomini che tentano di realizzarle. Pertanto dinanzi alle dure repliche della storia e della sociologia, si sostiene che il fallimento di un’idea sia dovuto alla sua applicazione, non alla bontà dell’idea in sé. Un principio cognitivo e di costruzione sociale esteso perfino, assolvendola, a una dottrina aberrante come il comunismo, al quale tuttora molti riconoscono le buone intenzioni…
E sia. Ma allora, perché, a maggior ragione, non riconoscere la bontà dell’idea europea? Le sue buone intenzioni? Frutto per giunta di una visione dialogica e contrattuale dello sviluppo politico? Un’idea non fondata sulla lotta classe o sulla supremazia razziale? L’idea europeista, l’idea in sé, non è afflitta da alcuna idea di potenza, non sogna guerre di magnificenza, ma solo pace e progresso in una società aperta e tollerante.
Certo, si tratta di un “esperimento”, e in questo senso il processo di unificazione europea, racchiude numerosi e inquietanti elementi di costruttivismo, o se si preferisce non nasconde l’ambigua pretesa di tutto prevedere, fin nei minimi dettagli. Il che purtroppo implica la sovrapposizione allo spirito europeo (l’idea) della lettera burocratica (il fatto). Quanto più al contratto si oppone l’amministrazione tanto più la lettera dell Europa reale, burocratizzandosi, rischia di allontanarsi dallo spirito europeista, favorendo le critiche dei suoi nemici.
Si prenda il Mes, che non è che un modesto meccanismo di erogazione del credito, e che quindi, economicamente parlando, non può non rispondere a criteri di cautela e garanzia.
Ora, i nemici dell’unificazione europea hanno trasformato una questione di “lettera” in un questione di “spirito", in questo caso però, antieuropeo. Sia il Presidente Conte che i suoi avversari, Salvini e Meloni, ragionano di “lettera”, non di “spirito” europeo, al quale sono tutti e tre assolutamente contrari.
Ora, i nemici dell’unificazione europea hanno trasformato una questione di “lettera” in un questione di “spirito", in questo caso però, antieuropeo. Sia il Presidente Conte che i suoi avversari, Salvini e Meloni, ragionano di “lettera”, non di “spirito” europeo, al quale sono tutti e tre assolutamente contrari.
Il Mes è un meccanismo economico, e non può essere altro. Probabilmente, i suoi nemici ne sono consapevoli e proprio per questo forzano le cose, per distruggere insieme spirito e lettera dell’idea europea.
Insomma, la stessa condiscendenza che si ha verso gli errori, che in realtà sono orrori, dell’idea comunista, non la si nutre verso l’idea europeista, che invece ha garantito parecchi decenni di pace e progresso. Anzi, peggio ancora, si evoca il nazionalismo, una contro-idea che ha portato solo guerre e rovine. E che purtroppo sembra piacere al popolo più dell’idea europea.
Stupidità, ambizione, istinto animale? Difficile rispondere.
Però, come insegnano Platone e Aristotele, la bellezza, la grandezza e la forza di un’idea sono soltanto per pochi spiriti eletti capaci di andare oltre il contingente. Insomma, di comprendere ciò che nel processo storico è impossibile (che avvenga) da ciò che non lo è. E l'Europa unita è possibile. Ma siamo in pochi a saperlo. E ancora meno, pare, a difendere questa idea.
Spesso ci si chiede che cosa sia la verità. Bene, l'Europa unita è qualcosa di possibile e dunque di vero in senso vichiano. Negarla significa negare la verità. Una negazione, di cui purtroppo, come per ogni menzogna, la storia si vendicherà.
Però, come insegnano Platone e Aristotele, la bellezza, la grandezza e la forza di un’idea sono soltanto per pochi spiriti eletti capaci di andare oltre il contingente. Insomma, di comprendere ciò che nel processo storico è impossibile (che avvenga) da ciò che non lo è. E l'Europa unita è possibile. Ma siamo in pochi a saperlo. E ancora meno, pare, a difendere questa idea.
Spesso ci si chiede che cosa sia la verità. Bene, l'Europa unita è qualcosa di possibile e dunque di vero in senso vichiano. Negarla significa negare la verità. Una negazione, di cui purtroppo, come per ogni menzogna, la storia si vendicherà.
Carlo Gambescia