Contrordine camerati, Conte è un nemico
della Libertà
La destra che non conosce vergogna
Capita in questi giorni di leggere su giornali e siti di destra intemerate contro un Governo dal quale ovviamente la destra è
fuori. Si attacca Conte perché infierisce sui cittadini. Cosa verissima per carità.
Una domanda però. La
destra italiana, che ora più si accanisce, in particolare quella che
continua a ritenere Mussolini il più grande statista del secolo, dove era
due mesi fa? Quando
Conte ha iniziato il
bombardamento decretizio a tappeto che
ha messo l’Italia agli arresti
domiciliari e sul lastrico?
Conte “decretava” e la destra riunita -
Salvini, Meloni, Tajani - chiedeva
provvedimenti ancora più duri. E
quei quattro straccioni, appesi ai cinquanta, cento euro, degli intellettuali post-missini e post-aennini, subito pronti a fare sì con la testa. L’unico che ha preso posizione ufficialmente
contro la demenza politica della
reclusione ammazza-economia, si chiama
Vittorio Sgarbi: intellettuale, quando si dice il caso, dichiaratamente liberale... Certo, il "personaggio" può piacere o meno ( a chi scrive non piace) però fin dall’inizio ha
mandato il Governo Conte al diavolo.
I post-aennini invece, quando e se hanno attaccato i provvedimenti liberticidi, lo hanno fatto in nome di una pseudo-idea di mobilitazione totale jüngeriana: più chiusure, più soldi, più controlli. L’Asl militarizzata come continuazione dell’operaio totale con altri mezzi… Al tecnico, che dicono di odiare, avrebbero messo la divisa. Tutto qui (si fa per dire…).
I post-aennini invece, quando e se hanno attaccato i provvedimenti liberticidi, lo hanno fatto in nome di una pseudo-idea di mobilitazione totale jüngeriana: più chiusure, più soldi, più controlli. L’Asl militarizzata come continuazione dell’operaio totale con altri mezzi… Al tecnico, che dicono di odiare, avrebbero messo la divisa. Tutto qui (si fa per dire…).
Però, ora che si comincia a capire, che si tratta di un’epidemia “fiction”, dalle
disastrose conseguenze “reali”, soprattutto
economiche, si prova a tirare fuori
dalla manica la carta versipelle della
difesa della libertà.
Però in febbraio e marzo, gli stessi intellettuali, che ora si atteggiano a libertari,
si sono ben guardati dal criticare la militarizzazione della società italiana a
opera del Governo Conte appoggiata da una
destra politica, pronta a difendere le decisioni tipo Dottor Stranamore varate dai propri governatori…
Si sono tutti ben guardati, ripetiamo, dal difendere la libertà. Se al posto di Conte
vi fossero stati Salvini e Meloni (e pure Tajani...), per le strade avremmo avuto i carri armati… E gli stessi
intellettuali di destra che ora si atteggiano a libertari avrebbero applaudito.
E chissà, anche salutato romanamente.
Il
punto è che la destra, in particolare quella neofascista, o comunque di
“immarcescibili” simpatie mussoliniane e romantico-fasciste è priva di qualsiasi cultura della libertà. In
una parola, anzi due, è antiliberale e
statalista. E per tutta la vita.
Parliamo di intellettuali che non hanno il minimo strumento culturale per contrastare il pesante statalismo
della sinistra. Se non quello di un chiassoso e pittoresco anarchismo politico,
di stampo tardo romantico, al quale si
ricorre più che volentieri, salvo poi prostrarsi
davanti al capo carismatico, soprattutto quando il duce del momento sventola i
cinquanta, cento euro.
Parliamo
di una destra intellettuale (parola grossa), che è statalista quanto
e più della sinistra. E che al terzo bicchiere di vino si commuove ancora per “ i fascismi sconosciuti”. Che di libertà non
capisce nulla. Peggio: non vuole e non
può capire. E purtroppo non tace.
Forse
perché non conosce vergogna.
Carlo Gambescia