Coronavirus e statalismo
Conte come Diocleziano
Se la situazione non fosse molto difficile (non a causa del Virus, ma delle pericolose stupidità inanellate dal Governo
Conte) ci sarebbe da ridere. Veramente.
Il
decreto firmato ieri sera
dal Presidente del Consiglio (*), all’allegato 2, ATECO 32.99.4 (**), autorizza la
fabbrica di casse funebri…
b) è fatto divieto a tutte le persone fisiche
di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un
comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per
comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di
salute; conseguentemente all’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 le parole “. E’ consentito
il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse;
Che va ad
aggiungersi ai divieti introdotti con i decreti precedenti. In soldoni si cancella (rendendola addirittura perseguibile a norma di legge) la libertà di
movimento. Una libertà costituzionale.
Segue
un altro passo ( tutti i corsivi in neretto sono
nostri), gravissimo, che in pratica
rimette la libertà economica nelle mani di
una autorità politico-amministrativa che dipende direttamente dal Governo, il Prefetto:
rrestano sempre consentite anche le attività che sono funzionali ad assicurare la
continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 1, nonché dei
servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui alla lettera e), previa comunicazione al Prefetto della
provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate
specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e
servizi attinenti alle attività consentite; il Prefetto può sospendere le
predette attività qualora ritenga che non sussistano le condizioni di cui al
periodo precedente. Fino all’adozione dei provvedimenti di sospensione
dell’attività, essa è legittimamente esercitata sulla base della comunicazione
resa;
E qui
ancora:
h) sono
consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le
altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto della
provincia ove sono ubicate le attività produttive.
2. Il Prefetto informa delle comunicazioni
ricevute e dei provvedimenti emessi il Presidente della regione o della
Provincia autonoma, il Ministro dell’interno, il Ministro dello sviluppo
economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e le forze di
polizia.
Un
giurista, ovviamente serio, ne sa più di
noi. Però, una cosa è certa, come dicevamo, libertà del cittadino e libertà economica sono cancellate, e nel silenzio totale, non solo del Parlamento, ma anche della
Magistratura, finora rimasta
completamente inerte. Altro
aspetto gravissimo della nostra crisi politica: l’acquiescenza al Potere del Terzo Potere.
In una
situazione come questa, macchiata da serie complicità
istituzionali (Mattarella dove sei?), le
misure prese ieri potranno essere reiterate e prolungate, sempre per decreto, all' infinito Quindi affermare
che sono a tempo, e per giunta limitato,
rappresenta un insulto all’intelligenza delle persone.
Considerata
anche la bassa intensità dell’epidemia nel Centro Sud, che a questo ritmo
potrebbe durare per mesi (anche dopo superata l’emergenza Lombardia), la storiella "dei sacrifici tutti uniti",
potrebbe a continuare a fare da potente
traino ideologico alle misure liberticide del Governo Conte chissà per quanto
tempo ancora. Grazie anche, dispiace dirlo,
all’imbecillità di tanti nostri concittadini (mai dimenticare che un
diritto, anche alla salute, non è mai un “obbligo", come invece asserisce un
Ministro, per privare tutti della libertà).
Quanto ai
divieti economici (in sé) racchiusi nel decreto, criticarli sarebbe come
sparare sulla Croce Rossa. Il paragone
storico più facile è quello con l’Editto
di Diocleziano (301 d.C., circa), quando nel tardo Impero Romano, si cercò di fissare per
legge i prezzi di tutte le merci, in un contesto, di progressivo asservimento dei contadini e artigiani alla terra e agli ordini corporativi. Si vietò, insomma,
ogni movimento di merci e uomini. Fu un totale fallimento: i prezzi andarono
comunque alle stelle - tra l’altro grazie anche alla tassazione stellare - e per inevitabile ricaduta sociale si uccise ogni spirito di libera iniziativa economica. A quel tempo, a dire il vero, già latitante...
Solo un
punto, tra l’altro affrontato ieri (***), delle “macchine utensili: il decreto,
restringe la fabbricazione e manutenzione solo ad alcune categorie (ATECO da 19 a 33); cosa in pratica difficilissima, se non impossibile, perché
impone sul piano aziendale riconversioni costose e che richiedono tempo. Tradotto: stampaggio e affilatura rimandano a macchinari diversi e produzioni di beni strumentali differenti, lungo linee produttive che hanno tempistiche
proprie, anche umane. Quindi non è come chiudere un rubinetto…
Conte come Diocleziano, non
aggiungo altro. Salvo che me ne sto, da solo, seduto alla scrivania con la testa tra le mani…
Carlo Gambescia
(**) Acronimo
che attraverso una combinazione alfanumerica
(numeri e lettere) identifica l’ ATtività ECOnomica di riferimento per ogni
categoria. Socialismo linguistico… E dei peggiori.