Virus Corona o Virus Populista?
Il mondo è
molto più complesso di quanto credano i nazionalisti, pardon sovranisti e populisti. Una riprova? Si pensi
all’effetto sull’economia mondiale che sta avendo la pandemia psichica da
Coronavirus. Gli indici borsistici hanno
perduto parecchi
punti, alcuni governi come
il nostro, parlano già di finanziamenti pubblici straordinari, il che
implicherà nuovi tributi e ulteriori
rallentamenti economici Il
Pil di molte nazioni, a
partire da quello cinese, il più importante di tutti, per l’effetto traino,
rischia di precipitare in picchiata.
Diciamo
che viviamo nel tempo tempo segnato dalla “democrazia emotiva”
mondiale. Una specie di ideologia e pratica della svalutazione
politica ed emozionale delle competenze,
impregnata di caramelloso romanticismo nazionalista, incentrato a sua volta sul vellicamento del popolo e sul timore di perdere consenso
contraddicendo le stupidità diffuse. In Italia, ad esempio, in base a questo timore
sono stati presi provvedimenti assolutamente sproporzionati, e con una serietà
che è veramente preoccupante. I nuovi governi populisti non hanno veramente il senso del ridicolo. La differenza tra le politiche soft implementate all'epoca della Sars (2003) e le misure esagerate adottate oggi è data dal fatto che i populisti ora sono al comando.
I populisti sono animati da una specie di mix tra mancanza di autoironia e totale ignoranza della complessità del mondo. In sintesi, siamo dinanzi a una stupida faciloneria, che si lascia
trascinare qui e là da minacciosi venti
di un’isteria sociale, cavalcata dai vecchi e nuovi media. Tutto ciò, riprendendo di nuovo l'eccellente intuizione politologica di Theodor Geiger, si chiama “democrazia emotiva”. O populismo,
per tornare all’attualità.
Ora
che i “popoli” siano “emotivi”, dopo la grande lezione paretiana, è pressoché
scontato, meno accettabile è che le élite politiche inseguano il popolo, lasciandosi trascinare, anch'esse, dalle emozioni, pur di non perdere
consenso.
Si
tratta di una deriva inarrestabile? Oppure si può fare qualcosa?
Quel che sta
succedendo addirittura negli Stati Uniti, cantiere politico del mondo, dove, in
piena campagna per le Presidenziali, al
populismo gridato di Trump, squisitamente di
destra, sembra
opporsi il populismo urlato di Sanders,
chiaramente di sinistra, non depone a
favore del ritorno alla “democrazia razionale”, per giocare sul contrasto con
“democrazia emotiva”. Insomma, destra e sinistra sembrano assomigliarsi sempre di più. Paiono condividere lo stesso approccio populista. Emotivo, superficiale ma autoritario, e soprattutto privo di qualsiasi autoironia: i populisti si prendono sul serio. Troppo. Insomma, non conoscono il senso del ridicolo.
In Italia, per usare una battuta giornalistica, il Partito democratico,
sembra vada “grillizzandosi”, come del resto la destra, a
cominciare dalla Lega, che in Salvini, ha trovato il suo Beppe Grillo. Le misure di questi giorni, ripetiamo, discendono
dalla natura populista, quindi emotiva ed emozionale del governo giallo-rosso. Detto altrimenti: se al potere, oggi, fossero ancora i giallo-verdi farebbe
esattamente le stesse cose.
Non
sarà facile venirne fuori. Dal Virus Corona? No, dal Virus Populista
Carlo Gambescia