Rapporto Istat sulla popolazione
Basta con i piagnistei
Il
declino demografico rende più difficili le guerre. Gli stessi effetti sono prodotti da un'elevata età media della popolazione. Come noto, l’indice
di bellicosità è direttamente proporzionale
alla prevalenza nella popolazione delle classi di età più giovani. Pertanto i dati riportati dall’ Istat,
nel suo ultimo rapporto, di un’ Italia dall’età media intorno ai 45, dove nascono meno bambini vanno interpretati in
tutt’altro modo Sicuramente non in chiave catastrofica, come invece si legge nelle prime pagine di oggi.
Del
resto, storicamente parlando, il nesso tra declino demografico come causa del declino
politico non è provato. Per contro è
dimostrato l’altro nesso causale, quello tra declino
politico e demografico. Guerre e invasioni, fatti eminentemente politici, sono la prima causa del declino demografico.
La
retorica moralista sulle “società
che fanno meno figli”, "sulla paura", "sulle élite egoiste" non ha alcun fondamento reale. Del resto la
demografia storica, come scienza, si avvale
non di puntuali statistiche sulla popolazione, ma di ipotesi estrapolate
da una letteratura storica, spesso frammentaria, che riflette sempre il modo di pensare del tempo. Un solo dato però è
certo: quello che guerre e invasioni sono causa di spopolamento.
Per
fare un esempio, della natura ciclica della morale ( e quindi della sua scarsa affidabilità cognitiva), il cristianesimo che oggi
invoca provvedimenti in favore delle
famiglie, nei primi secoli della sua esistenza, difendeva castità, nubilato e celibato. E non solo di preti, monaci e monache. Al riguardo esiste la testimonianza scritta di numerosi Padri della Chiesa.
Ovviamente, non tutto è così roseo. Resta il problema di come difendersi dai popoli con alto indice di bellicosità e basso indice di età. Come comportarsi?
Sul piano economico e culturale la diffusione del modello di vita moderno fondato sulla libertà di scelta può essere di grande aiuto. Ad esempio, come provano indagini demoscopiche, le famiglie di immigrati di religione islamica, dunque tradizionaliste, una volta stabilitesi in Occidente, seppure lentamente (dopo una generazione forse due), cambiano costume di vita, uniformandosi ai tassi di natalità delle famiglie moderne. Sul piano politico-militare la superiorità tecnologica, se consapevolmente impiegata, può addirittura essere determinante. Oggi nelle guerre il numero non fa più la forza.
Quel che riteniamo importante sottolineare è l’impossibilità di prevedere cosa accadrà in futuro. Perché è vero che la curva demografica, storicamente parlando, nell’Ottocento e soprattutto nel Novecento, ha subito una notevolissima impennata, ma è altrettanto vero che le catastrofiche previsioni del Rapporto Mit, pubblicato all'inizio degli anni Settanta del secolo scorso, non si sono assolutamente verificate. Anzi, oggi si ravvisa un inversione di tendenza, soprattutto dove si va sviluppando il modello culturale moderno. In questo senso l’Occidente è all’avanguardia.
Pertanto basta con i piagnistei
Carlo Gambescia